Spiegare in forma scritta gli 8 Jin basilari del Taijiquan, detti anche “forze”, “energie” o “qualità” (puoi leggere anche Le 5 qualità del Taijiquan) e note a molti come 8 cancelli (bamen 八门) o anche otto metodi (bafa 八法), associati agli 8 trigrammi, non è cosa semplice.
Essendo il Taijiquan un’arte marziale interna, il rischio spesso è che i concetti vengano banalizzati e trasformati in meri esercizi corporei esterni meccanici, oppure, al contrario, che il tutto venga trasformato in un misticismo tanto incomprensibile quanto inutile. Ti potrebbe anche interessare l’articolo Tai Chi e Qi Gong: la verità dietro il misticismo.
Inoltre, come fare a descrivere con parole qualcosa che, nell’ambito del Taijiquan, va incarnato, vissuto e sentito con il corpo? Pare evidente che spiegare gli 8 cancelli a parole è un’impresa assai difficile. In realtà quello che di utile si può fare – regola che vale per tutta la teoria del Taijiquan – è spiegare a cosa sono associate queste forze e su quali principi (anche filosofici), di conseguenza, dovrebbero essere basate, al fine di comprenderle e allenarle.
In ogni caso per avere una migliore sensazione corporea, è cosa buona rivolgersi a un Maestro in grado di fare sentire questi 8 Jin attraverso il contatto corporeo.
Se all’inizio della pratica può avere senso che un principiante impari a conoscere esclusivamente il proprio corpo esterno, attraverso un lavoro posturale, con il passare del tempo sarà comunque fondamentale avvicinarsi alla conoscenza delle forze/energie più complesse, ivi comprese le energie base del Taijiquan, ovvero gli 8 cancelli.
Anche se non sei interessato alle applicazioni e implicazioni marziali avanzate del Taijiquan, dovresti comunque studiare gli 8 cancelli, difatti sono molteplici gli effetti che queste energie hanno sulla tua vita quotidiana, una volta comprese. E, soprattutto, sono la prima porta di accesso ai processi pratici del concetto filosofico Taiji (l’alternanza dello yin e yang).
Al fine di compredere i principi del Taijiquan, bisogna necessariamente studiare le energie di base. Queste, nel tempo, possono migliorare l’intuizione e aumentare la saggezza nel corso della vita, aiutando il praticante ad affrontare (non contrastare) meglio ogni situazione quotidiana.
Gli 8 cancelli
Ogni shi, “sequenza di movimenti da postura a postura”, del Taijiquan nasconde uno o più Jin degli 8 primari detti cancelli. È così che il Taijiquan è stato originariamente costruito, come anche affermato negli originali Classici del Taijiquan.
Tutti e 8 i cancelli sfruttano un particolare tipo di “energia” (forza). Ognuna di queste forze ha diversi livelli di yin e yang. Ad esempio, il cancello di Zhou è notevolmente yang ed è palesemente “aggressivo”. Il cancello Lu al contrario è molto elusivo, quindi è più yin.
Sebbene siano soprannominati “cancelli”, sono più simili a schemi di movimento utili a raggiungere un particolare obiettivo, attraverso il lavoro con Yi (l’intenzione) e il movimento del Qi.
Alcuni degli 8 cancelli fanno avanzare, mentre altri fanno ritirare. Alcuni sono improvvisi e (apparentemente) appaiono dal nulla, mentre altri sono più deliberati. Alcuni sono applicati da una distanza più lunga e altri, come Kao, si applicano da distanza ravvicinata. Alcuni sono di controllo e altri di emissione.
Ognuno degli 8 cancelli è abbinato a uno degli 8 trigrammi dell’Yijing (o I-Ching), il noto “Libro dei mutamenti”, che la leggenda narrà essere stato completato, per come lo conosciamo oggi, da Kongzi (noto a tutti come Confucio) tra il 551 e il 479 a.C.
Mito a parte, gli 8 trigrammi o Bagua (il principio, non l’arte marziale chiamata Bagua), dei quali si trova spiegazione più avanti, si dice che siano stati inventati da Fu Xi, che visse tra il 4.000 e il 5.000 a.C.
Questi simboli formano la geometria che è, tra le altre cose, il cuore delle filosofie daoista e confuciana. I trigrammi sono composti ciascuno da tre livelli di linee. Le linee sono continue o tratteggiate (spezzate in due). Lo Yang è tradizionalmente simboleggiato da una linea continua e lo Yin da una linea tratteggiata.
Nel libro I tre Classici del Taijiquan di Valerio Bellone sono tradotti e commentati quelli che in Cina sono tutt’oggi considerati i primi e più importanti manoscritti della storia del Taijiquan, quelli di Wang Zongyue, Wu Yuxiang e Li Yiyu. La traduzione dei tre manuali originali è accompagnata da spiegazioni approfondite di ogni frase, da un punto di vista pratico, teorico e linguistico. Ogni passaggio del libro è inoltre supportato da un commentario nel quale vengono approfonditi anche gli aspetti di natura filosofica e storico culturale che sono indispensabili per una corretta comprensione della materia trattata.
Nel libro I tre Classici del Taijiquan di Valerio Bellone sono tradotti e commentati quelli che in Cina sono tutt’oggi considerati i primi e più importanti manoscritti della storia del Taijiquan, quelli di Wang Zongyue, Wu Yuxiang e Li Yiyu.
Per quanto riguarda i trigrammi non c’è ancora comune accordo tra gli studiosi del Taijiquan. In diversi lignaggi si adoperano diversi trigrammi in associazione con gli 8 cancelli. Questo comporta, in alcuni casi un vero e proprio modo differente di intendere queste forze. Ciò detto, la versione corretta è quella che si trova nel primo Classico del Taijiquan di Wang Zongyue.
Ci sono otto modi di dirigere la forza (energia) attraverso le mani, associate agli otto trigrammi. Questi, insieme ai Cinque Passi (o 5 direzioni), delineano quello che era un vecchio nome per la pratica del Taijiquan, ovvero “Tredici Posizioni”, shisanshi.
Le tredici posizioni, unite ai Tredici principi (enunciati da Yang Chengfu), sono una base di partenza per comprendere l’arte del Taijiquan. Inoltre gli 8 cancelli (o Jin), che vengono descritti a seguire, sono la base per la comprensione di tutti i Jin del Taijiquan.
Per una migliore comprensione verranno anche mostrate e spiegate le differenze dei 3 diagrammi più noti, utili alla comprensione delle 8 forze in relazione agli 8 trigrammi, uniti alle direzioni cardinali.
Gli 8 trigrammi o Bagua
Bagua, o “otto trigrammi”, è uno dei concetti più importanti nella filosofia tradizionale cinese. Si dice che sia stato creato da Fu Xi (伏羲), vissuto tra il 4.000 e il 5.000 a.C.
Fu Xi potrebbe aver ideato anche il noto simbolo del Taiji, o meglio una sua forma arcaica, diversa da quella tradizionale utilizzata oggi, conosciuta come Taiji Tu.
Bagua, inteso come concetto filosofico e non come arte marziale, è considerato la fonte centrale di gran parte della cultura cinese. Secondo la leggenda, Fu Xi era un famoso leader di un’antica tribù che si diffuse in quasi ogni angolo della Cina. Le prove archeologiche mostrano che la cultura cinese ha subito un enorme sviluppo durante il periodo attribuito a Fu Xi. Pertanto, egli è visto non solo come uno dei progenitori del popolo cinese, ma anche come la fonte del patrimonio culturale cinese.
A quel tempo, le persone iniziarono a riconoscere due caratteristiche opposte nel mondo, che esprimevano alcune leggi fondamentali della natura. Queste caratteristiche furono chiamate yin e yang. Fu Xi, secondo la leggenda, osservò i cambiamenti del cielo e i fenomeni terrestri, riassumendo le sue osservazioni in otto fenomeni naturali di base. Questi erano rappresentati con i simboli yin (linee spezzate) e yang (linee intere), formando otto trigrammi (gua), ciascuno composto da tre linee.
- La prima coppia è “cielo e terra”, i componenti fondamentali dell’universo.
- La seconda coppia è “vento e tuono”, due poteri magici del cielo.
- La terza coppia è “montagna e palude”, che rappresentano due tipi di materia fondamentale della terra.
- La quarta coppia è “acqua e fuoco”, elementi essenziali nella vita quotidiana.
Questo fu l’inizio di Bagua, solitamente chiamato Xiantian Bagua (Bagua pre-natale) o Fu Xi Bagua.
Successivamente, questi simboli furono usati per rappresentare altre realtà naturali, come direzioni, stagioni, animali, e così via. Col tempo, vennero associati a concetti astratti che esprimono attributi della natura. Quando questi trigrammi sono disposti in un cerchio, il diagramma risultante è chiamato Xiantian Bagua Tu (diagramma Bagua pre-natale). Lo Xiantian Bagua esprime gli attributi di base dell’universo e, applicato alla pratica, rappresenta l’essenza delle cose.
In una fase successiva, il concetto di Bagua fu esteso ad altre aree, portando alla scoperta di leggi più applicative. Lo Houtian Bagua (Bagua post-natale) è il risultato di questo sviluppo e ne rappresenta l’applicazione pratica.
Nell’ambito del Taijiquan, le otto forze conosciute come Peng, Lu, Ji, An, Cai, Lie, Zhou, Kao sono comunemente associate al livello cosmologico dello schema Xiantian Bagua, con Peng in alto (3 linee intere) e Lu in basso (3 linee spezzate).
Yijing è considerato da sempre l’espressione più profonda del pensiero tradizionale cinese, e simbolo dell’esplosione della spiritualità orientale in Occidente a metà del secolo scorso, l’Yijing (o I King o I Ching, a seconda del sistema di trascrizione utilizzato) sta vivendo una rinascita anche nella Cina contemporanea. Nato come manuale di divinazione basato su diagrammi a sei linee chiamati ‘esagrammi’, ne viene attribuita l’origine al mitico saggio Fuxi, uno dei primi ‘eroi civilizzatori’, vissuto all’incirca nel terzo millennio a.C., nella cosiddetta ‘alta antichità’ cinese. Ogni esagramma, concepito per rappresentare un modello o un tipo di situazione in base alla sua particolare configurazione di yin e yang, è dotato di un nome e di un breve commento enigmatico, chiamato ‘sentenza’ o ‘delucidazione sull’esagramma’. Le delucidazioni sono tradizionalmente attribuite a re Wen, primo re della dinastia Zhou (1045-256 a.C.), e rappresentano una successiva stratificazione del testo originario…
Yijing è considerato da sempre l’espressione più profonda del pensiero tradizionale cinese, e simbolo dell’esplosione della spiritualità orientale in Occidente a metà del secolo scorso, l’Yijing sta vivendo una rinascita anche nella Cina contemporanea.
Le quattro energie del Taichi principali: Peng, Lu, Ji, An
(Quattro direzioni cardinali)
PENG
Nella simbologia comune P’eng (cinese: 掤) è associato al Jin più yang (dello Xiantian Bagua) ed è simboleggiato dal trigramma con 3 linee yang.
Elemento nella pratica: Acqua.
Nell’Yijing il P’eng è associato a QIAN: energia che crea e distrugge nell’estensione concreta dello spazio; dinamico, incessante, instancabile movimento in avanti; potenza dello spirito; solido, duraturo.
Ideogramma: germogli o vapori che sorgono dal terreno e la luce solare che, insieme, feconda e dissecca.
Qian è il cielo (tian), la sua azione è il persistere; il suo colore è l’indaco, colore delle profondità del cielo. Rappresenta il “padre”.
TIAN (cielo): volta celeste, firmamento; il regno più alto, al di sopra del mondo umano. Ideogramma: l’uno che sta sopra ed è grande.
JIAN (persistere): continuare con fermezza o ostinazione; forte, costante, infaticabile, come il moto dei corpi celesti nelle loro orbite.
La natura di peng nel Taijiquan è movimento espansivo. Con peng si occupa lo spazio circostante, aderendo in modo neutrale. La conseguenza di un corretto peng è quella di aderire alle forze con le quali si entra in contatto.
Il peng è presente anche negli altri 7 cancelli, ovvero è la condizione di partenza per far sì che le altre qualità si possano manifestare. Ergo, gli altri 7 cancelli in qualche modo possono essere definiti sfumature del peng. Questo perché l’abilità manipolatoria del Taijiquan si basa sulla capacità di ascolto. Senza il primo contatto “neutro”, il peng, non può esistere tutto il resto.
Mentalmente e spiritualmente peng è una presenza sicura e assertiva a tutto campo. È l’abbondanza e la vitalità che brilla luminosamente.
Questa condizione circolare a 360° viene spesso tradotta, banalmente, in inglese “ward off” e “parare” in italiano. Traduzioni assolutamente fuorvianti.
Peng è una qualità che risponde all’energia in arrivo aderendo, come farebbe una grande palla di gomma pressata contro un muro.
Con peng non si risponde alla forza con la forza al fine di bloccare o allontanare un attacco. Peng è una risposta di tutto il corpo, l’intera postura, unificata nel proprio centro, radicata da un lato e capace di espandersi dall’altro.
Peng viene spesso definito come una specie di energia “rimbalzante” o chiamato, in alcuni casi, forza elastica. Questo è errato. Chi manifesta questo tipo di forza non sta manifestando peng, semmai sta adoperando una sfumatura del jin (forza addestrata interna) utile a spingere via qualcun altro senza ferirlo. Nello stile Yang del Taijiquan solitamente questo è noto come fa-fang.
All’atto pratico Peng è la “forza” neutra, senza direzione e senza intenzione. Di conseguenza il Peng puro è la capacità di adoperare il jin (forza addestrata interna) per aderire all’altro.
LU
L’energia “opposta” al cancello peng è Lü (cinese: 捋). Questo cancello è simboleggiato dal trigramma con tre linee spezzate yin (dello Xiantian Bagua).
Elemento nella pratica: fuoco.
Nell’Yijing è associato a KUN (spazio): superficie del globo terrestre, estensione spaziale in cui la forza esercita la sua azione, sostrato di ogni cosa; luna, moglie, madre. Ideogramma: globo terrestre ed estensione.
Il simbolo KUN è la Terra (di), la sua azione il cedere, il suo colore il giallo, colore imperiale e colore del terreno della Cina centrale. Rappresenta la madre.
DI (terra): terreno su cui poggia il mondo umano, base di tutte le cose, nutrice di tutte le cose.
SHUN (cedere): permettere, accettare; attenersi, seguire, obbedire; docile, flessibile, che non oppone resistenza. Produrre, generare, nutrire, provvedere. Ideogramma: testa e corrente, acqua che scorre dalla sorgente di un fiume, lasciandosi guidare dalle sponde e portando nutrimento.
Il carattere di lü nel Taijiquan è movimento “contraente” (o cedevole). Lü crea un vuoto, un’assenza. Può attirare l’avversario, cedere e far scomparire il proprio centro dalle mani dell’avversario. Come in una famosa citazione attribuita al noto attore e marzialista Bruce Lee: “Il modo migliore per affrontare l’attacco di un avversario è di non essere lì“. Questa è l’essenza del cancello Lü, ma non intesa come “schivare” o essere veloci nell’evitare un attacco (come fa un pugile o come avrebbe fatto lo stesso Bruce Lee). Lü dissipa l’energia di un avversario, la lascia bruciare senza che questa abbia effetto.
Mentalmente e spiritualmente è una “resa totale” con l’intento di sopravvivere. È il potere della pace, del silenzio e dello spazio.
Spesso è tradotto in inglese come “Rollback”. Traduzione che sminuisce non di poco il suo significato profondo.
Con lü, maggiore è la forza dell’attacco di un avversario e maggiore è la conseguente perdita del suo equilibrio.
Lü può essere utilizzato per qualsiasi tipo di movimento di reindirizzamento della forza dell’avversario. Lü neutralizza (assorbe) la forza dell’avversario e gli fa perdere l’equilibrio.
Nei Classici del Taijiquan, lü significa “condurre la forza dell’avversario nel vuoto“, o “attirare nel vuoto” deviando la sua energia lateralmente. A tal fine il movimento del corpo deve “arrendersi” alla forza in arrivo dell’avversario.
JI
Ji (cinese: 挤) è il cancello simboleggiato dal trigramma con una linea yang inserita tra due linee yin (dello Xiantian Bagua).
Elemento nella pratica: legno.
Nell’Yijing questo è associato a KAN (precipizio): burrone, cavità, gola in cui l’acqua precipita; pozzo, trabocchetto, tomba; luogo pericoloso, momento critico, prova, rischio. Ideogramma: terra e buca.
Il simbolo KAN è la corrente, le sue azioni sono il rischiare e il cadere, il suo colore è il nero, colore della notte; nella famiglia dei trigrammi è il figlio di mezzo.
SHUI (corrente): si riferisce allo scorrere dei liquidi o dell’aria; ruscello, fiume, inondazione, marea.
XIAN (rischiare): avventurarsi senza riserve; punto cruciale, ostacolo difficile da superare; pericolo oggettivo che si deve affrontare. Ideogramma: collina, punto culminante, dove tutto è in gioco.
XIAN (cadere): precipitare, scendere, sprofondare; movimento discendente dell’acqua di un torrente.
Ji nel Taijiquan è usato a distanza ravvicinata, un modo per guadagnare spazio da un avversario che ti sta soffocando o sbilanciando. Viene quindi usato per riprendere una posizione comoda e vantaggiosa dopo aver subito, per esempio, un blocco su una propria articolazione al braccio, così da liberarsi. È sottile, come dimostra la maggior parte delle linee yin, ma ha un’energia decisiva ed espansiva nascosta all’interno di un “piccolo movimento”.
Mentalmente e spiritualmente insegna a prendere una brutta situazione e trasformarla a proprio favore così da avere un risultato finale positivo. Insegna anche che possiamo trasformare una situazione di mancanza in abbondanza, se però impariamo a cambiare la nostra prospettiva all’interno della situazione.
Ji viene spesso tradotto come “Pressing Energy” e funziona in due modi: (1) avanzare per incontrare (ricevere) l’avversario, quindi aderire e creare un’azione nascosta. (2) Applicare una forza di reazione, come una palla che rimbalza su un muro o una moneta lanciata su un tamburo.
Ji può essere pensato all’azione di spremere la propria forza in una piccola area dell’avversario. Questo richiede, ovviamente, che il corpo lavori all’unisono. Di solito ji viene diretto in avanti verso l’avversario ed è l’unica delle 4 forze primarie a essere una forza che spesso viene usata anche per colpire, oltre che per controllare e “smarcarsi”.
AN
An (cinese: 按) è simboleggiato da un trigramma con una linea yin situata tra due linee yang (dello Xiantian Bagua).
Elemento nella pratica: Metallo
Nell’Yijing questo è associato è LI (radiosità): luminosità, splendore, luce che si diffonde in tutte le direzioni; luce della coscienza che distingue, articola, divide e ordina. – Ideogramma: uccello e misterioso, magico uccello giallo luminoso.
I simboli del trigramma LI sono il fuoco (huo) e la luce (ming), la sua azione è l’aggregare, il suo colore è il rosso cremisi, colore della fiamma che consuma; nella famiglia dei trigrammi è la figlia di mezzo.
HUO (fuoco): aspetto della combustione che riscalda e consuma, distinto dall’aspetto luminoso.
MING (luce/illuminare): aspetto luminoso della combustione, degli astri e della coscienza. Ideogramma: sole e luna.
LI (aggregare): riunire, raggruppare; stare insieme; dipendere da, essere attaccato a; coppia. Ideogramma: cervi riuniti in branco.
In an del Taijiquan lo yin è nascosto nel nucleo ed è eseguito per un solo istante. An, “schiacciare”, ti concede più spazio fisico di “premere” (Ji), facendo uscire l’avversario dal proprio spazio mentre perde l’equilibrio di uno o entrambi i piedi.
Con an si inganna l’avversario eseguendo un’iniziale energia yang, utile a sollecitare una resistenza, per poi diventare, per un attimo yin (cinetico). Infine conclude con un’espansione (in una qualsiasi direzione) utile a respingere o abbattere l’avversario.
Energeticamente an insegna come posizionarsi con la corretta energia rispetto a ciò che sta accadendo a sé stessi e intorno. Ci ricorda anche di cedere nel mezzo della tensione, in modo da poter neutralizzare l’energia negativa e girarla a proprio vantaggio.
Se fatto rapidamente con il palmo può apparire come un colpo, ma in realtà è un’energia di controllo. Spesso viene tradotto in inglese come “Push” ed è un errore grossolano di traduzione.
Quando applicato il sostanziale è nascosto nell’insostanziale. Quando il flusso è rapido è difficile resistere.
La spinta successiva al controllo è la parte meno importante e può essere fatta in qualsiasi direzione in base alla situazione.
Dato che è abbinato anche all’elemento metallo, viene adoperato per schiacciare l’avversario a terra.
Le quattro energie del Taichi secondarie: Cai, Lie, Zhou, Kao; anche dette quattro “mani diagonali”
CAI
Cai (o tsai – cinese: 採) è simboleggiato da un trigramma con una linea yin alla base, sovrastata da due linee yang (dello Xiantian Bagua).
Elemento nella pratica: Metallo
Nell’Yijing questo è associato a SUN (radice): base su cui le cose poggiano. Sostegno, fondamento. Terreno; penetrare; nutrire; influire in maniera sottile; delicato. Ideogramma: supporto e oggetti appoggiati su di esso.
Il simbolo SUN è il legno o l’albero ma anche il vento. La sua azione è l’entrare. Il suo colore il rosso scarlatto, colore della fortuna. Nella famiglia dei trigrammi rappresenta la figlia maggiore.
MU (legno/albero): indica sia l’albero sia il legno come materia. Ideogramma: albero che affonda le radici nella terra e innalza i rami verso il cielo.
FENG (vento), significa anche: brezza; raffica; respiro; spirito; le influenze atmosferiche.
RU (entrare): penetrare, introdurre, invadere.
In questo trigramma, l’oppressione dell’espansività dello yang lascia il posto base alla linea yin, che è così matrice.
L’applicazione marziale di questo cancello è applicata in diversi modi, tra i quali: (1) “Stampare” la forza dell’avversario verso il basso. (2) Pizzicare il braccio dell’avversario per fargli perdere la radice. (3) “Strappare” verso il basso o lateralmente l’arto dell’avversario. (4) Tagliare la forza sul nascere portandola verso un’altra direzione.
Cai sfrutta l’elemento della velocità e della sorpresa. Si tratta di un’energia “aggressiva”, ma deve evitare di esitare per funzionare correttamente, altrimenti lascia aperto al contrattacco o diviene prevedibile.
Mentalmente e spiritualmente è una rapida energia che insegna come l’impulsività può essere utile, ma solo se bilanciata con il ripristino di una solida base o con un buon piano di riserva.
Il potere di Cai deriva dal centro e non dalle braccia e/o dalle mani.
LIE
Lie (o lieh, cinese: 捌) è il complementare di Cai. È simboleggiato da un trigramma con una linea yang sotto e due linee yin sopra (dello Xiantian Bagua).
Elemento nella pratica: Terra
Nell’Yijing questo è associato a ZHEN (scossa): tremore del tuono, simile a un terremoto. Risvegliare, spaventare, ispirare, introdursi in modo fecondo. Ideogramma: scossa, eccitazione e pioggia.
Il simbolo ZHEN è il tuono, la sua azione l’eccitare. Il suo colore è il verde, colore della vegetazione che sboccia. Nella famiglia dei trigrammi è il figlio maggiore.
LEI (tuono): tremore che emerge da sottoterra, controparte terrestre del lampo (DIAN).
DONG (eccitare): scuotere, muovere, commuovere, agitare. Operare, agire. Uscire dal guscio. Ideogramma: forza e pesantezza, capacità di muovere cose pesanti.
Le linee yin non possono contenere l’espansività o l’assertività dello yang, quindi l’energia yang esplode quando la condizione è matura.
Questa energia viene principalmente usata per far roteare via un avversario o per separare la sua forza. Lie solleva l’avversario tramite il principio delle leve e dei fulcri energetici e permette alla massa dell’avversario di ruzzolare via attraverso la forza di gravità.
Mentalmente insegna che possiamo trasformare una situazione negativa (oppressiva) in una positiva (espansiva) con una leva adeguata. Ci ricorda anche che bisogna essere puri nell’energia (non fisica) e nella struttura (fisica).
Lie può essere usato per rompere la presa dell’avversario. Lie dovrebbe essere combinato con Peng.
ZHOU
Zhou (o chou – cinese: 肘) può essere il più “dannoso” dei cancelli se usato come colpo. Zhou è rappresentato dal trigramma con due linee yang sotto e una linea yin sopra (dello Xiantian Bagua).
Elemento nella pratica: Terra
Nell’Yijing questo è associato a DUI (apertura): superficie di contatto e di scambio. Passaggio, bocca. Incontrare, radunarsi. Diretto, sensibile, libero, piacevole, gioioso. Ideogramma: personavapore, comunicazione verbale.
Il simbolo DUI è lo specchio d’acqua, la sua azione, lo stimolare. Il suo colore è il bianco, colore della purezza e del lutto (in Cina). Nella famiglia dei trigrammi è la figlia minore.
ZE (specchio d’acqua): superficie di un bacino d’acqua poco profondo e vapori che si innalzano da essa.
SHUO (stimolare): scuotere, risvegliare, suscitare attività o entusiasmo. Liberare da un vincolo, incitare, persuadere, rallegrare. Provare piacere. Ideogramma: parole e scambiare.
La linea dello yin dice che si può ridurre la lunghezza del braccio attraverso il gomito e avere ancora molta potenza d’impatto. La linea yin ci insegna anche a nascondere le intenzioni, in quanto il jin “gomito” può essere facilmente contrastato se l’avversario si accorge che ci si sta preparando ad usarlo. Si può usare il colpo del gomito per sbilanciare l’avversario o per impedirgli di controllare le proprie braccia. Zhou può dare forza in una situazione in cui l’avversario sta cercando di soffocarci chiudendo la distanza.
KAO
Kao (cinese: 靠) è l’antagonista energetico del cancello Zhou, poiché è simbolizzato dal trigramma con due linee yin sotto e una linea yang sopra (dello Xiantian Bagua).
Elemento nella pratica: Legno
Nell’Yijin questo è associato a GEN (arresto): limite, confine, ostacolo. Fermarsi, restare, immobile, racchiudere, delimitare. Duro, ostinato, perverso. Ideogramma: occhio e persona che si volta a guardare indietro.
Il simbolo GEN è la montagna: la sua azione è il fermare. Il suo colore è il porpora, colore scuro di un volto segnato dal sole e dal vento. Nella famiglia dei trigrammi è il figlio minore.
SHAN (montagna): monte, catena montuosa, limite, confine. Ideogramma: tre picchi.
ZHI (fermare): arrestare, arrestarsi. Ideogramma: piede che smette di cammniare.
Kao viene usato per gli spazi stretti, quando non si ha margine per un colpo con le mani o con le gambe. Il trigramma insegna che sebbene le due linee yin in basso indicano che il tuo spazio ha permesso all’avversario di entrare, la linea yang in alto mostra che si può ancora applicare un’energia.
Mentalmente insegna che non importa quanto sia vicina la minaccia, ci si può comunque liberare da una situazione negativa, anche se si è erroneamente co-creato il problema.
Con Kao si può colpire o spingere con la spalla (o la parte medio-alta-laterale della schiena). Si tratta di un’energia stridente che passa attraverso il corpo. L’energia viene mobilitata in tutto il corpo, quindi l’intero corpo viene usato come una sola unità e la forza viene erogata con la spalla, la schien e talvolta anche l’anca. Kao viene chiamato spesso “colpo di spalla” ma è una traduzione limitante rispetto al significato pratico.
Questo metodo è usato come terza linea di difesa e può essere abbastanza dannoso se usato alla corretta distanza.
Se la forza della spalla è insufficiente o bloccata, è possibile utilizzare la schiena o qualsiasi altra parte del corpo per fornire forza.