Premessa
La maggior parte del Taijiquan praticato oggi è una derivazione degli stili della fine del 1800, creati da Yang Luchan e Wu Yuxiang. Il nome “Taiji Quan”, ovvero la pratica intesa come arte marziale basata sul principio dello yin-yang, per come la conosciamo oggi, con molta probabilità non venne creata dalla famiglia Chen (leggi questo articolo per approfondire) né ha alcun legame diretto con gli antichi monaci daoisti del monte Wudang, come erroneamente credono alcuni praticanti di oggi.
Tuttavia, è importante comprendere che il Taijiquan ha le sue radici nell’incontro tra un insieme di antichi esercizi per la longevità e la salute (scopri di più in questo articolo), sviluppati probabilmente da qualche monaco daoista, e alcune pratiche pugilistiche. Questo connubio diede origine ai primi stili precursori dell’attuale Taijiquan. Inoltre, prima che il nome Taijiquan (o Tai Chi Chuan, secondo la trascrizione) apparisse c’erano due stili diversi tra loro ma che oggi ritroviamo nella loro essenza attraverso la pratica dell’arte, ovvero il Changquan e lo Shisanshi (puoi leggere ulteriori approfondimenti in questo articolo).
Come sono nate le prime vicende legate all’arte del Taijiquan?
Sfortunatamente, per i praticanti occidentali, l’origine della disinformazione riguardo al Taijiquan, stratificata nel corso di circa 150 anni, si trova proprio nel paese d’origine di questa disciplina: la Cina. Tuttavia, la storia recente del Taijiquan, più vicina alla realtà, è la seguente.
Yang Luchan (1799-1872) apprese un interessante stile marziale (Pao Chui, “Pugno Cannone”) nel villaggio della famiglia Chen, da un maestro noto come Chen Changxing (1771-1853). Lo stile marziale insegnato dai Chen al tempo combinava elementi dell’antica lotta libera cinese e alcuni stili marziali di origine Shaolin Quan.
Wu Yuxiang (1812-1880), inizialmente allievo di Yang Luchan, studiò successivamente un altro stile marziale, simile per diversi aspetti allo stile Chen, presso il vicino villaggio di Zhaobao, sotto la guida del maestro Chen Qingping (1796-1868). È importante notare che il cognome Chen di Qingping non deve trarre in inganno: non vi era alcuna parentela con la famiglia Chen (come scritto erroneamente su Wikipedia). Un dato confermato dai registri delle nascite conservati nel villaggio di Zhaobao. Quindi si trattava di un semplice caso di omonimia o comunque una parentela attribuibile a qualche antenato. A ogni modo, non vi è dubbio che la pratica marziale del villaggio Chen e di quello Zhaobao si influenzassero a vicenda data la vicinanza dei due luoghi.
Wu Yuxiang e il secondo manuale della storia del Taijiquan
Wu Yuxiang, autore del secondo manuale più importante nella storia del Taijiquan, ebbe la fortuna di ricevere in dono dal fratello maggiore — un governatore di contea e appassionato di arti marziali — un antico testo, la cui datazione rimane incerta, attribuito a un Maestro di nome Wang Zongyue. Secondo la tradizione, Wang sarebbe stato allievo del celebre monaco daoista Zhang Sanfeng, ma qui ci addentriamo nel regno delle leggende cinesi, dove spesso le pratiche vengono associate a figure storiche o mitiche.
Tuttavia, possiamo affermare con certezza che il testo di Wang Zongyue fu il primo documento a raccogliere le regole di quella che oggi chiamiamo Taijiquan, almeno tra quelli giunti fino a noi. Wu Yuxiang, e forse successivamente anche Yang Luchan, studiarono il manuale di Wang, reinterpretandolo alla luce delle loro esperienze e conoscenze marziali. Da questo studio emersero le prime due forme dell’arte nominata successivamente Taijiquan. Per approfondire leggi: Origini Taijiquan: i tre nomi antichi di ques’arte marziale.
Le influenze e la nascita dei primi stili
Sia lo stile di Yang Luchan sia quello di Wu Yuxiang erano profondamente influenzati dagli stili appresi nei villaggi Chen e Zhaobao. Allo stesso tempo, i due Maestri introdussero elementi nuovi, reinterpretando il manuale di Wang. Fino alla creazione dei primi due stili di Taijiquan, infatti, nessuno aveva mai usato o documentato il termine “Taijiquan”. Nei registri del villaggio Chen, ad esempio, non si trova alcuna menzione né del nome né del principio Taiji (Yin-Yang) prima che Yang Luchan fosse consacrato a Pechino come Grande Maestro di questa nuova arte marziale.
Nel libro I tre CLassici del Taijiquan sono tradotti e commentati quelli che in Cina sono tutt’oggi considerati i primi e più importanti manoscritti della storia del Taijiquan, quelli di Wang Zongyue, Wu Yuxiang e Li Yiyu. La traduzione dei tre manuali originali è accompagnata da spiegazioni approfondite di ogni frase, da un punto di vista pratico, teorico e linguistico. Ogni passaggio del libro è inoltre supportato da un commentario nel quale vengono approfonditi anche gli aspetti di natura filosofica e storico culturale che sono indispensabili per una corretta comprensione della materia trattata.
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I manuali del villaggio Chen
Dei due manuali marziali del villaggio Chen, sappiamo che furono scritti in periodi diversi. Il primo, antecedente all’arrivo di Yang Luchan, descriveva uno stile combattivo che non faceva riferimento alla filosofia dello Yin-Yang. Il secondo manuale, redatto da Chen Xin (1849-1929) mentre Yang Luchan guadagnava notorietà con la sua interpretazione basata sul manuale di Wang Zongyue, introduceva per la prima volta il concetto di Taiji applicato al loro metodo marziale.
I racconti di Yang Luchan
Yang Luchan creò una certa confusione tra gli storici dichiarando che lo stile marziale, poi chiamato Taijiquan, fosse stato appreso al villaggio Chen, i cui Maestri, secondo lui, avrebbero ricevuto la conoscenza da Zhang Sanfeng. Ma perché disse questo? Non si trattava di una menzogna: nel contesto socioculturale dell’epoca, il rispetto verso i Maestri impediva a Yang di attribuirsi meriti. Dichiarò dunque di aver appreso tutto dal Maestro Chen Chanxing, probabilmente anche per mantenere segreto il tesoro rappresentato dal manuale di Wang Zongyue, che forse gli era stato donato in copia manoscritta dal suo allievo e compagno di pratica Wu Yuxiang.
L’evoluzione del villaggio Chen
La fama crescente di Yang Luchan portò notorietà anche al villaggio Chen (puoi approfondire qui), trasformandolo da un anonimo insediamento agricolo a un centro di riferimento per le arti marziali. In questo periodo storico, le arti marziali stavano evolvendo da pratiche funzionali a forme di intrattenimento per le classi colte e abbienti. Forse è per questo motivo, che uno stile marziale emergente come il Taijiquan venne dotato di una “storia antica” e nobilitato con l’attribuzione al leggendario monaco Zhang Sanfeng.
Il mistero del manuale di Wang Zongyue
Due domande sorgono spontanee:
- Qual è la datazione esatta del manuale di Wang Zongyue?
- Si può considerare il Taijiquan un’arte molto antica?
L’arte marziale nominata Taijiquan, come pratica codificata, è una creazione della fine dell’Ottocento, ma le sue radici risalgono a stili precedenti, contenenti i principi dello Yin-Yang, e sviluppati in data incerta, forse tra il 1500 e il 1600. Tuttavia, la mancanza di prove storiche concrete rende tutto ipotetico. Si sa che in Cina esisteva un sistema chiamato Nei Jia Quan (Pugilato Interno), da cui potrebbero essere nati sia il manuale di Wang Zongyue che altri stili successivi come il Xingyiquan e il Baguaquan.
La leggenda del monte Wudang
La leggenda che lega il Taijiquan al monte Wudang nasce dalla narrazione secondo cui Zhang Sanfeng ne sarebbe stato il creatore. Sebbene non vi siano prove che autentiche arti marziali siano nate nell’area di Wudang, questa versione ha avuto un grande successo grazie alla sua capacità di legare il Taijiquan a una tradizione nobile e antica. In realtà, lo stile Wudang moderno è stato creato negli anni ’50 dal comitato per lo sport cinese, ispirandosi al Taijiquan e ad altri stili come Bagua e Xingyi. Questa reinterpretazione moderna è stata poi arricchita di elementi mitici per attrarre praticanti occidentali e promuovere il turismo marziale nell’area di Wudang che oggi fa concorrenza al Villaggio Chen.
Conclusioni
La disinformazione storica sul Taijiquan è frutto di una stratificazione di racconti orali e versioni ufficiali distorte, spesso accettate senza critica. Sebbene l’aspetto pratico dell’arte marziale sia il più importante, conoscere la storia in modo critico e meno mainstream può essere interessante per il ricercatore purista. Nel libro I tre Classici del Taijiquan di Wang, Wu e Li, sono approfonditi tutti i temi in questo articolo solo accennati, e vengono tradotti e spiegati i primi e più importanti manuali pratici del Taijiquan.