interconnessione universo

Ogni cosa che esiste, vivente o inanimata, è parte di un processo più grande, un tutto che si manifesta, si esplora e si comprende attraverso le sue infinite forme. Questa idea, che abbraccia filosofia, scienza e religione, ci conduce a una consapevolezza sorprendente: l’universo stesso – o l’entità generatrice che lo sostiene – è impegnato in una continua indagine su sé stesso. La coscienza umana, così come ogni altra forma di esistenza, non è quindi il fine ultimo, ma uno degli strumenti di questo processo esplorativo.

Da secoli, diverse tradizioni e teorie, sia spirituali che scientifiche, hanno cercato di cogliere questo principio universale, ognuna con le sue interpretazioni. I daoisti lo chiamarono Tao (o Dao) già migliaia di anni fa, ma lo stesso concetto si riflette in altri sistemi di pensiero: un’entità ineffabile, indefinibile, che si manifesta in tutte le cose per comprendere sé stessa.

L’esistenza come espressione del tutto

Se ogni cosa è parte di un Tutto che genera e trasforma sé stesso, allora ogni espressione, dalla più complessa alla più semplice, è ugualmente importante. Non esistono gerarchie o privilegi, ma un fluire continuo di manifestazioni. Questo ci porta a superare visioni antropocentriche che pongono l’essere umano al centro dell’universo.

La coscienza, pur essendo una caratteristica straordinaria degli esseri umani, è solo una delle infinite modalità attraverso cui il Tutto si esplora. Un albero che trasforma luce in vita, una roccia che resiste all’erosione, un insetto che si adatta al suo ambiente: tutti questi fenomeni partecipano al medesimo processo. Non sono “strumenti inferiori”, ma espressioni diverse dello stesso principio.

Parallelismi nella filosofia e nella religione

Questa idea si trova, con diverse sfumature, in molte tradizioni:

Daoismo: il Dao è il principio da cui tutto ha origine e verso cui tutto ritorna. Non ha preferenze, non giudica, ma genera e sostiene ogni cosa come parte di sé.

Advaita Vedanta: nella tradizione indiana, il Brahman è la realtà ultima, di cui ogni cosa è una manifestazione temporanea. L’essenza di ogni essere è identica a quella del tutto.

Teologia cristiana mistica: mistici come Meister Eckhart descrivevano Dio come una sorgente infinita che si manifesta in tutte le cose, senza distinzioni tra grande e piccolo.

Filosofia: Spinoza parlava di Dio o Natura come una realtà unica e indivisibile, in cui tutto è espressione della stessa sostanza.

Eraclito, il filosofo del divenire, affermava che tutto è in costante trasformazione e che il Logos è il principio universale che regola l’armonia di tutte le cose. Per Eraclito, l’universo è un flusso continuo in cui gli opposti si trasformano e coesistono (come nello yin yang del taoismo), contribuendo a un’unità dinamica che è il fondamento della realtà.

La scienza e l’universo partecipativo

Anche la scienza moderna offre spunti che si allineano sorprendentemente a questa visione. La fisica quantistica, ad esempio, ci insegna che:

Tutto è energia in trasformazione: la materia stessa è solo una manifestazione temporanea di un campo energetico sottostante. Questo è in linea con l’idea che ogni cosa sia una forma temporanea del tutto.

Il ruolo dell’osservatore: secondo l’interpretazione di alcuni fisici, come John Archibald Wheeler, l’universo potrebbe esistere così com’è perché c’è una coscienza che lo osserva. Questo concetto, noto come “universo partecipativo”, suggerisce che l’osservazione (umana o non) è parte integrante della realtà. John Archibald Wheeler ci dice:

Siamo costretti a depennare il vecchio termine «osservatore» e sostituirlo con una nuova parola, «partecipatore». In qualche strana maniera il principio quantistico ci dice che noi abbiamo a che fare con un universo partecipativo.

L’autore di “L’universo elegante” e “La trama del cosmo” affronta la domanda delle domande: il nostro è l’unico universo? Un tempo, la parola universo significava tutto ciò che esiste. Ogni cosa. Ma negli ultimi anni le scoperte della fisica e della cosmologia hanno portato un certo numero di scienziati a concludere che il nostro universo potrebbe essere uno dei molti esistenti. Con una prosa cristallina e un uso ispirato dell’analogia, Brian Greene illustra il ventaglio delle proposte di “multi-verso” che emergono da teorie sviluppate per spiegare le sofisticate osservazioni delle particelle subatomiche e delle oscure profondità dello spazio: un multiverso in cui chi sta leggendo questa frase ha un numero infinito di doppi che leggono la stessa frase in universi distanti; un multiverso che comprende un vasto oceano di universi-bolla, dei quali il nostro non è che uno; un multiverso che nel corso del tempo attraversa lo stesso ciclo all’infinito, un altro che forse è sospeso a pochi millimetri da noi e tuttavia rimane invisibile, un altro ancora in cui ogni possibilità permessa dalla fisica quantistica prende vita. Da ultimo un multiverso, forse il più strano di tutti, fatto esclusivamente di matematica. Greene, uno dei più importanti fisici e scrittori di scienza, ci guida in un’esplorazione di questi mondi paralleli, che rivela quanta parte della vera natura della realtà potrebbe essere nascosta al loro interno.

Superare l’antropocentrismo

Questa visione conduce inevitabilmente a una riflessione critica sul ruolo dell’essere umano. Per troppo tempo, l’umanità si è vista come il culmine dell’evoluzione, il centro del cosmo, o lo strumento privilegiato di una volontà superiore. Ma se tutto ciò che esiste è espressione del tutto, allora non siamo né migliori né peggiori delle altre manifestazioni.

La complementarità delle manifestazioni: ogni creatura, ogni elemento, ha una funzione unica. Un albero che cresce, un fiume che scorre, una stella che esplode: tutti partecipano al grande equilibrio.

L’umiltà dell’essere umano: essere dotati di coscienza non ci rende superiori, ma ci offre la possibilità di contribuire in modo unico a questo processo universale.

Parallelismi nell’etica e nella filosofia

Ecologia profonda: filosofi come Arne Naess hanno sottolineato il valore intrinseco di tutte le forme di vita, indipendentemente dalla loro utilità per l’uomo.

Filosofia buddista: il concetto di vacuità (Śūnyatā) insegna che nulla esiste indipendentemente: ogni cosa è interconnessa, parte di un tutto che si manifesta attraverso relazioni.

Teilhard de Chardin: il teologo e paleontologo cattolico vedeva l’evoluzione cosmica come un processo che porta alla crescita della consapevolezza, culminando in una coscienza universale, il “Punto Omega”.

Il significato della vita: esistere e partecipare

Se ogni cosa è parte di un processo di indagine del tutto su sé stesso, allora il significato dell’esistenza non risiede in un fine ultimo, ma nel processo stesso. Ogni creatura e ogni fenomeno contribuisce a questo fluire continuo, aggiungendo una prospettiva unica al mosaico dell’universo.

La coscienza umana è uno degli strumenti di questa indagine, ma non l’unico né il più importante. Vivere, per ogni manifestazione, significa partecipare a questo processo, esprimendo una particolare sfumatura di ciò che il tutto può essere.

Un’etica dell’armonia

Accettare questa visione significa abbandonare l’idea di dominare il mondo e abbracciare un’etica dell’armonia. Vivere in sintonia con il flusso naturale delle cose non è solo un principio taoista (wu wei), ma una guida universale per tutte le culture che riconoscono l’interconnessione del tutto.

Rispetto per ogni forma di esistenza: ogni cosa, dalla più piccola alla più grande, ha valore intrinseco come parte del tutto (in merito potresti anche leggere Nutrizione, un’espressione del Tutto: etica e consapevolezza).

Umiltà e responsabilità: essere parte di un processo così vasto e interconnesso ci invita a vivere con consapevolezza e a contribuire in modo positivo.

Accettazione del flusso: nulla è permanente; tutto è in trasformazione. Abbracciare questo cambiamento ci permette di vivere in armonia con il tutto.

Conclusione: essere parte del tutto

Ogni cosa che esiste è un’espressione del tutto, un frammento temporaneo di un processo eterno di trasformazione e indagine. Che lo si chiami Dao, Brahman, Dio, o semplicemente “l’universo”, ciò che importa è riconoscere che siamo tutti parte di un grande sistema interconnesso. Non esiste un fine ultimo, ma solo il fluire e il trasformarsi del tutto.

Essere umani significa partecipare a questo processo, non come protagonisti, ma come una delle molteplici sfumature. Ogni forma di vita, ogni elemento, ogni fenomeno è parte di questo grande gioco cosmico. Vivere è già abbastanza, perché significa essere parte del tutto, contribuendo al suo eterno processo di comprensione.

Il Tao della fisica
Lo scopo dichiarato del bellissimo libro di Capra è di dimostrare che esiste una sostanziale armonia tra lo spirito della saggezza orientale e le concezioni più recenti della scienza occidentale. La fisica moderna va ben al di là della tecnica, «la via – il Tao – della fisica può essere una via con un cuore, una via rivolta alla conoscenza spirituale e alla realizzazione di sé». Con uno stile piano ma appassionato, l’autore spiega al lettore da una parte i concetti, i paradossi e gli enigmi della teoria della relatività, della meccanica quantistica e del mondo submicroscopico; e, dall’altra, gli fa assaporare il fascino profondo e sconcertante delle filosofie mistiche orientali.

Written by

Valerio Bellone

Valerio Bellone è un ricercatore e praticante di lunga data nel campo del Taichi Chuan, del Qi Gong e della Meditazione. È autore del primo e unico saggio in italiano dedicato ai tre Classici del Taijiquan, un’opera fondamentale per gli appassionati della disciplina.
Il suo percorso ha inizio nel wushu moderno, per poi approdare alla tradizione autentica del Taijiquan. Ha studiato lo stile di Cheng Man Ching e successivamente l'originale stile Yang della famiglia, approfondendo gli aspetti teorici e pratici di questa antica arte.
Oggi insegna regolarmente Taichi, Qi Gong e Meditazione a Palermo e divulga con passione questi argomenti attraverso articoli e pubblicazioni specialistiche.
In passato è stato un fotografo di viaggio, raccontando il mondo attraverso il suo obiettivo. Scopri di più sul suo lavoro fotografico visitando il sito valeriobellone.com.