Cosa è, o non è, il Taijiquan, quali sono i principi cardine che lo governano e come deve essere praticata la Forma e/o il Tuishou al fine di comprendere un’arte marziale che muove forze (o energie) in modo sostanzialmente diverso da altri stili (esterni) duellistici da combattimento?

Chiunque ha studiato in modo approfondito la teroria del Taijiqaun e al contempo ha praticato e imparato da un vero insegnante di questa materia – ovvero qualcuno che incarni fisicamente i principi dell’arte qui trattata – conosce bene quanto la sensazione corpo-mente sia diversa rispetto a quella provata quando si entra in contatto con praticanti di altre arti marziali.

Allo scopo di fare chiarezza – ovvero cercare di spiegare cosa possiede questo stile marziale e quali sono le sue differenze con gli altri stili – ho scritto vari articoli che possono aiutare tutti i praticanti a capire cosa sia e come vada praticato il Taijiquan.

Di seguito vengono spiegate le qualità fondamentali (o Jin più importanti) del Taijiquan che, nel lignaggio Yang, spesso sono note come “cinque qualità”. Queste, insieme ai Cinque Passi (o 5 direzioni), gli “8 cancelli” e i 13 principi, sono un ottimo punto di partenza per comprende questa arte marziale interna.

ZHAN NIAN, TING, DONG, HUA, NA, YIN e FA

Per comprendere il significato profondo di una qualsiasi arte marziale è importante cercare di comprenderne anche la terminologia chiave di base. Nel caso particolare del Taijiquan vanno comprese, tra le molteplici cose, i termini legati ad alcuni jin (forze addestrate) chiave che possono essere messi in sequenza mentre si impara o esercita il tuishou o il taolu.

  • Zhan Nian (aderire e apiccicarsi) anche scritto Tzan Lien
  • Ting (ascoltare) o anche detto Lian
  • Dong (comprendere) anche srtitto Tong
  • Hua (seguire) anche detto Tzo o Sui
  • Na (controllare/neutralizzare) anche scritto Tzeh
  • Ying (estrarre)
  • Fa (rilasciare)

Attraverso la pratica del tuishou, la prima abilità che si deve acquisire – che da vita a quelle successive – è la più importante del Taijiquan, ovvero una sensibilità nota come Zhan Nian Jin (沾黏勁 – “forza di adesione appiccicosa”). Si può dire che le abilità successive, sotto elencate, sono un livello sempre più profondo di questo potere.  Attraverso questo Jin si è in grado di aderire all’avversario con il fine successivo di farlo sentire incollato  così da controllarlo. Questa è la base per l’applicazione fondamentale della forza interna nei confronti di un avversario. In una situazione di combattimento libero, una volta instaurato il primo contatto con l’avversario, si deve essere in grado di sentire gli archi dell’avversario e/o il suo nucleo centrale. Se questa abilità è ben sviluppata l’avversario prova una sensazione di attrazione e adesione difficile da contrastare.

Ting Jin deriva dalla capacità di aderire e viene tradotto come “forza di ascolto”. Nel caso del Taijiquan l’ascolto ha a che fare con la sensibilità del corpo. Ogni parte del corpo cerca di sentire quel che avviene dentro e/o fuori. Ting è generalmente allenato attraverso il contatto della pelle; nella pratica del tuishou questo di solito viene fatto attraverso i palmi delle mani, ma col tempo questa sensazione può essere traslata negli avambracci e successivamente nel resto del corpo. Ting è lo studio che rende il praticante abile ad ascoltare il movimento e la struttura del proprio corpo e quindi quella del suo avversario. Nelle fasi iniziali, bisogna imparare a sentire da dove proviene ad esempio una pressione o una spinta. Questo può essere agevolato dal partner che spingendo in modo graduale rende accessibile la ricerca dell’origine nella quale nasce la forza di una spinta. Questo porta a non avere preintenzioni che indurrebbero nell’errore di separarsi dall’avversario. Nella famiglia Yang questa abilità talvolta è chiamata Lian.

Quando l’abilità nel Ting Jin è alta, può essere raggiunto Dong Jin (o Tong Jin), ovvero “forza di comprensione”. Dong è l’abilità di sentire attraverso il corpo del tuo avversario fino al suo nucleo e poi nei suoi intenti (pensieri) iniziali. Questo livello di comprensione va oltre il semplice livello di sentire il corpo del tuo partner/avversario attraverso il contatto fisico. Infatti ci consente di andare più a fondo, nella comprensione del nucleo dell’essere altrui. Questo livello di comprensione può essere poi traslato metaforicamente, così come a livello pratico, ad ogni aspetto della vita.

Hua Jin o (Tzo Jin), “forza del seguire” è la capacità di trasformare la forza altrui in qualcosa di impotente. Nelle prime fasi dell’addestramento del tuishou si impara come girare e ruotare il proprio corpo in modo che la spinta dell’avversario sia diretta lontano dal proprio nucleo. Questo è l’inizio del processo di apprendimento di Hua Jin.
Andando più a fondo, si impara a dissipare la forza altrui con o senza movimento. In tal modo la dissipazione della forza altrui ha luogo ancor prima che la spinta (pressione, colpo, strappo, ecc.) abbia inizio. Hua Jin può nascere solo dopo avere praticato e compreso le forze precedentemente spiegate. Nella famiglia Yang questa abilità talvolta è chiamata Sui.

Nel Taijiquan Na Jin è quindi la “forza di controllo”. Dato che Na è raramente menzionato in congiunzione con Qin, questo significa che il controllo (e quindi la neutralizzazione) dell’altro dovrebbe essere sempre fatta senza afferrare. Na Jin dovrebbe essere quindi applicato attraverso il corpo, ad esempio attraverso le mani (ma senza la chiusura delle dita). Con Na Jin si è in grado di indirizzare le intenzioni dell’avversario, attraverso il suo nucleo. Una volta raggiunto il nucleo, si ha il controllo su qualunque cosa faccia l’altro. Ogni movimento può essere terminato prima che inizi, così la struttura dell’altro può essere smontata distrutta o sradicata con il minimo sforzo. Attraverso Na Jin non si fa alcuno sforzo muscolare e si “prende in prestito” la forza dell’avversario così da neutralizzarlo. In un passaggio famoso dei Classici del Taijiquan viene detto: “usare 100 grammi di forza per manipolare una forza di 450 chili”. Il detto fa riferimento all’abilità Na Jin.

Quando l’avversario è molto abile e non concede di trasferire alcuna forza diretta, difficilmente si ha la possibilità di fare Na Jin. In questo caso entra in gioco Ying Jin. Questo tipo di Jin, detta “forza di estrazione”, costringe l’avversario a concedere una qualche forza che poi può essere usata contro di lui applicando Na Jin. A tal fine si deve possedere anche Peng Jin (vedi l’articolo sulle 8 energie base del Taijiquan).
Quando si possiede una buona abilità con Hua, Na e Ying Jin si può dire di avere Zhan Nian Jìn. In questo caso l’avversario si sentirà costantemente incollato e impotente.

Fa Jin significa, grosso modo, rilasciare un’energia, di conseguenza questo Jin non fa riferimento a una singola abilità ma al complesso di Jin utili a ferire l’avversario (vedere l’articolo su tutti i Jin del Taijqiuan). E questo può essere fatto in diversi modi. In linea generale, l’espressione della forza Fa Jin avviene attraverso la propria struttura che viene fatta penetrare nel corpo dell’avversario.

Written by

Valerio Bellone

Valerio Bellone è un ricercatore e praticante di lunga data nel campo del Taichi Chuan, del Qi Gong e della Meditazione. È autore del primo e unico saggio in italiano dedicato ai tre Classici del Taijiquan, un’opera fondamentale per gli appassionati della disciplina.
Il suo percorso ha inizio nel wushu moderno, per poi approdare alla tradizione autentica del Taijiquan. Ha studiato lo stile di Cheng Man Ching e successivamente l'originale stile Yang della famiglia, approfondendo gli aspetti teorici e pratici di questa antica arte.
Oggi insegna regolarmente Taichi, Qi Gong e Meditazione a Palermo e divulga con passione questi argomenti attraverso articoli e pubblicazioni specialistiche.
In passato è stato un fotografo di viaggio, raccontando il mondo attraverso il suo obiettivo. Scopri di più sul suo lavoro fotografico visitando il sito valeriobellone.com.