Sosteniamo che il presente e/o il passato condizionano il nostro futuro, dato che consideriamo il tempo come una linea che dal passato (ora A) va verso il futuro (ora C) passando per il nostro presente (ora B). E se invece il condizionamento A, B e C fosse reciproco? Se così fosse certe scelte fatte in un punto B o A potrebbero essere state influenzate o addirittura condizionate da un punto C già esistente nella nostra linea temporale.
Mi è capitato nelle more di tempo tra vissuto, riflessione e meditazione, di percepire che molte scelte sono influenzate da un C già esistente. Quel che voglio dire non è che pensare in modo ansioso a C condizioni B e abbia di conseguenza condizionato A. Quello sarebbe il pensiero e il vivere che siamo già abituati a concepire come normale.
Intendo dire che C esiste già e, al fine di auto-avverarsi, condiziona le nostre scelte nel nostro B che si “trasforma” subito in A.
Ci viene facile pensare che noi viviamo costantemente in B (presente), ma mentre ne parliamo è divenuto A (passato), ovvero si sta trasformando in un costante A. Ma perché invece ci viene così difficile immaginare il contrario? Ovvero che esista un costante C (futuro)? Semplicemente perché associamo la nostra morte, più o meno consciamente, a C, ovvero a quel che per noi è la fine di tutto. I “credenti”, di qualsiasi credo, non fanno eccezione. Ed è un qualcosa che ha sempre fatto dubitare del loro credo, dato che se davvero campasse nella loro mente l’idea di una vita ultraterrena, gli verrebbe facile uscire dalla fissazione mentale comune e terrena della linea temporale che da A va a C passando per una moltitudine di B. Quindi potrei azzardare, attirando malauguratamente su di me l’ira dei più, che il credo comune è più un condizionamento culturale che non un vero percorso che va oltre il corpo materiale, Ma questa è un’altra storia… o forse no?
Tornando all’argomento principe – credenti che siate o lettori che semplicemente state valutando la mia tesi come plausibile – qualcuno potrebbe domandarsi: “ma quindi è tutto scritto”? Non penso sia così, sento piuttosto che effettivamente esistono delle linee temporali (non rette) già “scritte” per tutti noi come singoli e collettivo, ma esiste anche la continua possibilità di interromperle per scriverne e riscriverne di nuove. E quella già scritta dalla quale C influenzava B che fine fa? Ho il sentore che quando gli infiniti punti di C “falliscono” nell’influenzare gli infiniti punti B e A (e viceversa), la nostra linea temporale viene riscritta ed istantaneamente si genera un’intera nuova linea temporale che torna ad avere infiniti punti C che ritornano a influenzare B/A e viceversa.
In poche parole il tempo non esiste come linea temporale ma come una moltitudine di “reti intersecate” (e in espansione) con infiniti punti nei quali le nostre vite (uomini, piante, animali…) si intrecciano avendo un momento di inizio “casuale” che, anche grazie al nostro esistere, avranno un altro punto di fine in un’altra parte delle “reti”. Secondo quanto asserisco: l’esistenza del tutto non conosce tempo ma solo “spazio” ma le nostre vite materiali raramente prendono consapevolezza, nel momento dell’esistenza, della “rete multidimensionale” (ora RM) che ci connette tutti.
Noi abbiamo un’influenza limitata (ma non inutile) come singoli sulla RM e abbiamo la possibilità di influenzarla nel momento del nostro esistere personale, potendo “saltellare” tra gli infiniti punti che per noi esseri finiti vanno da A a C e viceversa. Al contrario, come collettivo, possiamo influenzare la RM in modo considerevole. Quindi, come scegliamo di declinare il nostro esistere, influenzando anche l’esistenza altra, ha un’importanza sostanziale e condiziona le RM come una vibrazione che continuerà ad esistere e influenzare altri punti e vite (materiali e non), di ABC.
Nel B (presente) riceviamo di continuo “messaggi” da A (passato) e C (futuro), nostro e di altrui esistenze che ci hanno preceduto e che ci succederanno, ma nella maggior parte dei casi ignoriamo questi “messaggi”. Ma se espandiamo le potenzialità della nostra mente potremmo iniziare a dubitare di quel che ci è stato insegnato come assoluto aprendo così i nostri sensi ad altre possibilità. Ad esempio quel che avete appena letto, realistico o fantasioso che possa sembrare, emerge grazie alla pratica meditativa e non conseguentemente alla lettura di libri fantascientifici.

© Valerio Bellone