Perché esistono così tante versioni diverse del Tai Chi?

Oggi su YouTube  e altre piattaforme simili si possono trovare centinaia se non migliaia di video sul Taijiquan (太极拳, trascritto anche Tai Chi Chuan). Tuttavia, per un principiante, questa vasta quantità di contenuti può risultare più dannosa che utile. Il motivo? I video spesso si contraddicono tra loro: alcuni insegnanti mostrano un movimento in un certo modo, mentre altri lo eseguono in modo differente.

Scherzosamente, dico sempre che se fai una domanda a 100 insegnanti di Tai Chi, otterrai 100 risposte diverse – e ognuno di loro sosterrà che la sua risposta è l’unica corretta.

Ma perché accade tutto ciò? Perché il Tai Chi viene interpretato in modi così differenti? I motivi principali sono tre, e in questo articolo cercherò di dissipare ogni dubbio.

Motivo 1: La totale ignoranza sulla materia

Uno dei motivi principali per cui tanti insegnanti mostrano versioni diverse del Tai Chi è la scarsa conoscenza della disciplina o, addirittura, la totale ignoranza in merito a essa. Spesso, chi insegna Tai Chi lo fa attingendo da altre esperienze pregresse – che siano di arti marziali, sport o discipline psicofisiche come lo yoga—senza aver mai studiato a fondo i principi fondanti del Taijiquan.

Molte persone, infatti, non hanno avuto l’opportunità di apprendere da veri Maestri e, soprattutto, non hanno seguito ciò che ogni grande Maestro del passato ha sempre indicato: studiare attentamente i primi tre Classici del Tai Chi Chuan.

Questa mancanza di studio porta a un’alterazione della pratica, trasformandola in qualcosa di puramente ginnico o di altra natura che comunque non ha a che vedere con il Tai Chi – in merito puoi leggere il Il Taijiquan non è uno sport, è un’arte figlia di una filosofia millenaria.

Non è raro vedere esperti ginnasti cinesi in salsa marziale insegnare Tai Chi senza averne compreso i principi, dando consigli che, nella migliore delle ipotesi, risultano inutili e, nella peggiore, possono causare danni articolari ai principianti di mezza età o anziani.

Creare un proprio metodo di insegnamento non è sbagliato, ma “cucinare la pasta alla carbonara e chiamarla lasagna al ragù” è quantomeno fuorviante. In alcuni casi, il Tai Chi viene addirittura interpretato alla luce di pratiche come lo Yoga, una disciplina che, sebbene abbia qualche fine ultimo molto simile, ha un approccio alla pratica completamente diverso dall’arte marziale interna nota come Tai Chi Chuan.

Nel libro I tre Classici del Taijiquan di Wang, Wu e Li sono tradotti e commentati quelli che in Cina sono tutt’oggi considerati i primi e più importanti manoscritti della storia del Taijiquan. La traduzione dei tre manuali originali è accompagnata da spiegazioni approfondite di ogni frase, da un punto di vista pratico, teorico e linguistico. Ogni passaggio del libro è inoltre supportato da un commentario nel quale vengono approfonditi anche gli aspetti di natura filosofica e storico culturale che sono indispensabili per una corretta comprensione della materia trattata.

Motivo 2:  La presunzione

Anche chi conosce le basi del Tai Chi spesso crede che il proprio metodo sia l’unico valido o possibile. Questo atteggiamento porta a concentrarsi sul dito (il metodo) invece che sulla Luna (l’obiettivo).

Poiché il Tai Chi è una disciplina profondamente controintuitiva, ogni Maestro cerca di trasmetterne i principi in modo diverso da un punto di vista linguistico e pratico. Un buon insegnante è colui che ha compreso i Classici e adatta il metodo alle esigenze dell’allievo, mantenendo però intatti i fondamenti della pratica.

Nel corso della mia esperienza, ho avuto diversi Maestri, ognuno con un metodo differente, ma con lo stesso obiettivo. Ogni modalità di insegnamento nel corso del tempo è stata automaticamente convogliata dentro un unico flusso che è divenuto a sua volta il mio metodo di insegnamento in continuo mutamento. Alcuni insegnamenti dei miei Mestri li ho compresi subito (significa che ero pronto ad accoglierli), altre volte si sono dimostrati prematuri (non avevo ancora basi solide per comprenderli) ma sono riemersi in me successivamente.

Tuttavia, ho notato che molti insegnanti, spinti dall’ego, si rifiutano di ammettere la validità di altri approcci e tendono a sminuire qualsiasi metodo diverso dal loro. Purtroppo, a causa dell’ego, molti dei Maestri che ho avuto direbbero che gli insegnamenti altrui sono errati. D’altronde non tutti adoperano il Tai Chi come un percorso evolutivo umano personale.

In tale scenario come può un principiante distinguere un vero Maestro da un semplice performer o influencer? La risposta è semplice: studiare i primi tre Classici del Taijiquan. Se ciò che un insegnante insegna è in linea con i testi Classici, allora è un buon punto di riferimento, indipendentemente dallo stile o dal metodo di insegnamento che adotta.

Ma anche questo non basta. Difatti online si trovano molti insegnanti che citano i Classici senza comprenderli davvero. Per questo motivo, chi pratica Tai Chi seriamente deve adottare un approccio critico e non fermarsi alla prima “verità” appresa. Ogni concetto deve essere verificato, sperimentato e confrontato con i testi originali.

Non a caso, i Maestri del passato dicevano, e io ribadisco: ogni singola parola dei Classici deve essere studiata attentamente, perché ogni parola è un multi strato di verità e profondità. Inoltre, aggiungo, per fare un percorso di vera crescita nel Tai Chi, non bisogna mai darsi per scontati. La ricerca, guidata da una buona dose di auto critica, deve essere continua. Ogni volta che si giunge a un’apparente verità questa va messa subito in discussione, cercando di capire se è una verità apparente (funzione) o fondata su una qualche costante (essenza). In merito ti consiglio di leggere anche l’articolo La pratica autentica del Taichi: Ti e Yong per l’equilibrio.
Infine, trovata la “costante”, bisogna tornare sui testi Classici per verificare l’eventuale riscontro con gli insegnamenti della tradizione.

Se il tuo insegnante ti incoraggia a fare questo percorso di studio e ricerca, allora probabilmente sei in buone mani.

Esistono molti modi per aprire una porta chiusa a chiave: alcuni sono ingegnosi e particolari, altri irruenti e brutali, altri ancora morbidi e sorprendentemente semplici. Ciò che conta davvero, però, non è il metodo, ma riuscire ad aprire la porta della consapevolezza, quella che conduce alla serenità e all’accettazione del mutamento.
V.B.

Motivo 3: L’evoluzione e la diffusione del Tai Chi

Nei primi tempi, il Tai Chi veniva insegnato solo in circoli ristretti privati, spesso persino nascosti. E, a onor del vero, nemmeno veniva chiamato Tai Chi Chuan. Fu solo all’inizio del ‘900 che iniziò a diffondersi su larga scala la pratica oggi nota come Taijiquan, divenendo quasi una moda, portando con sé un’ondata di interpretazioni e insegnamenti diversi.

A differenza di molte altre arti marziali, il Tai Chi attirò non solo combattenti, ma anche intellettuali, letterati, filosofi, esperti di quello oggi noto come Qi Gong, e medici tradizionali cinesi. Questo permise alla disciplina di svilupparsi in molte direzioni: per alcuni, il Tai Chi rimase uno strumento di combattimento, per altri una pratica filosofica, per altri ancora un metodo di guarigione.

Questo diede al Tai Chi la possibilità di divenire una pratica per tutti, nella quale ognuno poteva trovare la sua dimensione di ricerca. Dal combattente che trovava nel Tai Chi caratteristiche mai viste prima (come per esempio la capacità di cedere e sfruttare la forza dell’altro), al filosofo che trovata l’incarnazione pratica dello YinYang in una disciplina solo apparentemente corporea che nascondeva molto di più. Per non parlare degli effetti benefici del Taichi, che oggi anche la scienza conferma (puoi per esempio leggere Il Tai Chi migliora la salute del cervello e il recupero muscolare) che fece avvicinare ricercatori sia della medicina tradizionale cinese che di quella moderna occidentale.

Questo proliferare di praticanti, con origini diverse tra loro, ha creato diverse correnti. Da chi insegna il Tai Chi come arte marziale a chi si concentra a farlo essere esclusivamente una forma di Qi Gong (esercizio con l’energia vitale) a chi lo spiega come se fosse solo una meditazione in movimento (in merito puoi leggere Il Taichi è una forma di meditazione in movimento?).

Inoltre, come se non bastasse, ogni insegnante di Tai Chi che lo pratica per fini marziali, tende a personalizzare la forma aggiungendo e/o togliendo tecniche, enfatizzando e/o nascondendo tutte o alcune delle 8 qualità di base, ecc. In merito puoi leggere: Le 8 energie del Taichi: scopri le forze fondamentali del Taijiquan.

Quale di questi Tai Chi è vero e quale è falso? Sono tutti veri se le basi qualitative dell’arte sono quelle descritte nei Classici e sono tutti falsi quando questo non avviene.

Il Tai Chi ha tanti livelli interni quante sono le consapevolezze che un essere umano può sviluppare e coltivare. Questo significa che, a prescindere dall’approccio che si ha alla materia, il Tai Chi rimane uno strumento neutro di comprensione di un’energia generatrice, lo YinYang, che porta a trasformarsi da essere umano a essere Taiji e dall’essere Taiji fare il cammino di ritorno al Wuji.

Al fine di comprendere tutto ciò e molto di più, compresa la teoria, la pratica, la filosofia e la storia di quest’arte senza tempo, che resiste a qualsiasi moda passeggera, ti invito ancora una volta studiare i Classici, senza i quali è pressoché impossibile comprendere quest’arte in profondità.


Ho lavorato tre anni per redigere una versione completa e armonizzata dei primi tre Classici della storia del Taichi in italiano. Il mio obiettivo era superare le divisioni tra le diverse scuole, anziché accentuarle. Spero che questo lungo lavoro possa sostenere la tua crescita nel Taichi.

Conclusione

Se sei un principiante nel mondo del Tai Chi e sei confuso dalle mille versioni che trovi online, ricorda questi tre punti chiave:

  1. L’ignoranza: Molti insegnanti non hanno studiato i Classici e insegnano una pratica distorta.
  2. La presunzione: Anche chi ha conoscenze solide può essere accecato dall’ego e rifiutare altri approcci validi.
  3. L’evoluzione della disciplina: La diffusione del Tai Chi ha portato a molte interpretazioni, non tutte in linea con la tradizione.

Oggi il Tai Chi è praticato in tutto il mondo, ma proprio questa vasta diffusione ha generato molte interpretazioni personali, spesso slegate dai principi originali. Alcune versioni si sono adattate alle esigenze moderne, altre si sono allontanate completamente dalla radice marziale e filosofica della disciplina.

Per evitare di cadere nelle trappole delle false interpretazioni, studia i Classici, mantieni un atteggiamento critico e scegli con cura il tuo insegnante. Solo così potrai davvero comprendere e praticare il vero Tai Chi Chuan.

Written by

Valerio Bellone

Valerio Bellone è un ricercatore e praticante di lunga data nel campo del Taichi Chuan, del Qi Gong e della Meditazione. È autore del primo e unico saggio in italiano dedicato ai tre Classici del Taijiquan, un’opera fondamentale per gli appassionati della disciplina.
Il suo percorso ha inizio nel wushu moderno, per poi approdare alla tradizione autentica del Taijiquan. Ha studiato lo stile di Cheng Man Ching e successivamente l'originale stile Yang della famiglia, approfondendo gli aspetti teorici e pratici di questa antica arte.
Oggi insegna regolarmente Taichi, Qi Gong e Meditazione a Palermo e divulga con passione questi argomenti attraverso articoli e pubblicazioni specialistiche.
In passato è stato un fotografo di viaggio, raccontando il mondo attraverso il suo obiettivo. Scopri di più sul suo lavoro fotografico visitando il sito valeriobellone.com.