Triangolo della conoscenza

La conoscenza andrebbe vista come un triangolo nel quale ogni lato ha medesima importanza, specialmente in pratiche interne come il Taijiquan o il Qi Gong.

Il “primo” lato del triangolo rappresenta la parte teorica di una materia. Qualsiasi tecnica non supportata da un fondamento teorico non può essere una buona tecnica.
Il “secondo” lato del triangolo sono le tecniche o le qualità della materia che si vuole imparare. Qualsiasi teoria priva del metodo utile ad applicarla rimane soltanto teoria, quindi è come una conoscenza morta.
Il “terzo” lato del triangolo è la pratica. Sebbene teoria e tecnica siano indispensabili, senza una pratica costante nel lungo periodo non si può giungere a nessuna vera trasformazione importante e si rimane nell’ambito dell’illusione e dell’auto inganno.

Qualsiasi nuovo percorso della conoscenza trasformativa si decida di intraprendere è bene appurare se si potrà entrare in possesso dell’intero processo che porta alla chiusura del triangolo.
Viceversa si rischia di perdere tempo e talvolta anche denaro, soprattutto quando gli insegnanti non sono veri Maestri e rilasciano la conoscenza a piccole dosi funzionali al proprio introito economico.
Molto spesso i praticanti di Taijiquan imparano tecniche senza conoscere la teoria, ovvero senza studiare i testi Classici utili a comprendere in modo approfondito la materia – Per una  lettura completa dei manuali detti Classici, è consigliato l’acquisto del libro: “I tre Classici del Taijiquan di Wang, Wu e Li – Traduzione e commnetario“.
In altri casi alcuni praticanti conoscono la teoria ma non sono in possesso delle tecniche corrette per svilupparla (per le tecniche serve un maestro generoso – ormai è raro incontrarne uno tanto a oriente quanto a occidente). In altri casi ancora alcuni praticanti hanno la fortuna di conoscere la teoria e avere dei veri Maestri, eppure gli manca la dedizione necessaria per la pratica costante. In tutti e tre questi casi menzionati, quando anche un “lato del triangolo” rimane aperto, si perderà solo il proprio tempo.


I sei livelli dell’energia da addestrare nel Taijiquan

1. Li (力)

Forza fisica esterna, capacità atletica.
Questo è il primo livello base, quello nel quale dimorano tutti gli sportivi. Chi studia arti interne come il Taijiquan non dovrebbe ristagnare a questo livello, dato che si tratta solo di un prerequisito di base che bisognerebbe avere e allenare sino a una certa età. Quindi è molto importante, per passare al livello successivo non fare eccessivo affidamento sulla forza muscolare che rischia di bloccare il processo trasformativo…

2. Jin (勁)

Interconnessione dell’energia o anche detta “forza elastica”.
Addestramento in modo integrato di muscoli (passivi), tendini (attivi), articolazioni (attive/passive) e fascia (membrana che ricopre l’intero corpo). Bisogna imparare a controllare queste varie parti del corpo attraverso la volontà della mente.
In questo processo è fondamentale imparare a essere song (放鬆), che è la capacità di rilasciare le tensioni esterne/interne di corpo e mente, senza il quale la forza elastica viene ostruita.
Sostanzialmente, a differenza della forza muscolare che viene generata dalla contrazione dei muscoli, jin si fonda sul rilascio della tensione. Idea simile al cordino dell’arco quando viene rilasciato e scocca la freccia. Con jin l’energia viene prima immagazzinata nel corpo e poi rilasciata sull’avversario. La potenza di jin è generata dal rilascio e non dalla contrazione muscolare. Esistono molteplici modi di fare fajin (發勁, “emissione di una forza”) nelle arti marziali interne ed esterne. Ma nel contesto delle arti marziali interne qualsiasi rilacio dipende sempre e soltanto dalla propria capacità base di essere song.
Approfondisci tramite questi articoli: I Jin (fajin) del Taichi e i tipi di energie o “forze addestrate”I sei livelli del rilassamento (song) nel Taijiquan.

3. Yi (意)

“Intenzione”, capacità di focalizzazione.
Questa non è esattamente un’energia ma è piuttosto la via (il prerequisito) attraverso la quale si controllano diverse energie.
Fondamentalmente grazie a Yi si può fare tutto il lavoro avanzato del punto 2 e del punto 4.
Yi è la “mente subconscia”a che entra in gioco dopo un lungo apprendistato con xin, la “mente conscia” che dirige consapevolamente ogni sensazione interna connessa con gli aspetti esterni del corpo.

4. Qi (氣)

“Forza vitale” – Talvolta la forza espressa con Jin viene confusa con la capacità di muovere il Qi – questo è un errore.
Per comprendere Qi nell’ambito del Taijiquan si può immaginare di avere due forme di energia. Da un alto abbiamo la macchina a vapore (Li) e dall’altro abbiamo l’elettricità (Qi).
La prima (Li) genera rumore, calore, è vistosa e molto appariscente. Può essere molto forte ma anche imprecisa e facilmente incanalata dato che è vistosamente preannunciata.
Per attivare la seconda energia basta premere un interruttore. Qi, come l’elettricità che passa dentro a dei cavi elettrici, non crea suono ed è invisibile, semplicemente va dove deve andare senza ostacoli. Si tratta di un’energia molto potente, più forte di Jin.
Tramite l’analogia possiamo anche renderci conto di come Qi (“elettricità”) viaggia molto più velocemente di Li (la “macchina a vapore”).
Puoi approfondire tramite questo articolo: Il vero Qi nel contesto del Taijiquan.

5. Shen (神)

“Spirito” – Generalmente con shen si intende “spirito” nel senso di temperamento o di focalizzazione simile a quella che hanno gli animali quando cacciano o, al contrario, quando sono in allerta per evitare di essere predati. Questo è il “basso livello”.
Shen potrebbe essere anche inteso come “coscienza”. Un esempio in tal senso potrebbe essere questo: quando qualcuno entra in una stanza, si può immediatamente percepire un cambio di energia. In alcuni casi si può sentire un’energia intimidatoria, in altri accogliente, in altri casi ancora neutra e così via. Questo tipo di percezione si può dire che avvenga a livello di shen. Dato che la coscienza non è materia, è senza forma e può espandersi all’infinito nello spazio, è facilmente comprensibile che questa può influenzare un’area ben più vasta di quella corporea.
Un ulteriore spiegazione di shen può essere la seguente: tutti gli esseri viventi nascono con un campo elettromagnetico variabile che crea una sorta di “aurea”. Questo campo elettromagnetico è misurabile attraverso strumenti scientifici. Per avere un’idea più ampia del campo elettromagnetico, in merito al tema qui trattato, puoi leggere: Gli esseri umani hanno un “sesto senso” che percepisce il campo magnetico terrestreSorpresa, anche gli esseri umani percepiscono il campo magnetico. Alcuni Grandi Maestri del passato presumibilmente riuscivano a espandere il proprio campo elettromagnetico, ovvero riuscivano a controllarlo in modo consapevole, influenzando anche quello altrui. Per tale motivo, il significato di shen, è quello di estendere la propria energia o, come visto nell’altra spiegazione, la propria “coscienza”.

6. Xu (虚)

Mi piace definirla “pienezza del vuoto” ma solitamente viene tradotto come “forza del vuoto”.
Molte persone dicono di avere questo livello ma è altamente probabile che non sanno nemmeno di cosa stanno parlando. Ho sentito molti presunti Guru parlare di questo livello, ma all’atto pratico al momento non ho mai conosciuto nessuno che sia riuscito a dimostrarmi praticamente Xu. Sinceramente non so quante persone possano parlare con reale consapevolezza di questo livello, ammesso che esista qualcuno di vivo attualmente che abbia raggiunto tale livello. In ogni caso si tratta di quello che è considerato il massimo livello di ogni arte marziale interna e francamente su questo tema si possono solo fare speculazioni filosofiche. Ma dato che in questo contesto non lo trovo particolarmente utile, la spiegazione termina qui.

 

NOTA: ognuno dei sei livelli è interdipendente da quello precedente. Ciò significa, per esempio, che un praticante non può adoperare jin sin quando non ha strutturato li. E non può passare a yi finché non ha compreso jin. Così come non può iniziare a lavorare con qi se non comprende yi. Ergo: il percorso verso il “vuoto” è progressivo.
Tuttavia c’è sempre un’eccezione alla regola. Per esempio, contrariamente a quanto creduto da molti, si può lavorare su shen, e successivamente su xu, pur non avendo lavorato sui livelli precedenti. Questo perchè il lavoro con shen e xu non ha alcun un rapporto di obbligata dipendenza con il lavoro di li, jin, qi, e yi. Questo non significa che i livelli precedenti non siano utili, ma solo che esistono diverse vie per lavorare sulle alte sfere e non tutte queste vie passano necessariamente dal percorso tipico delle arti marziali interne.


I 5 gradi della trasformazione nel Taijiquan e nel Qi Gong

1 – Il corpo esterno muove quello interno. A questo livello si imparano i movimenti esterni che guidano il corpo interno che segue passivamente.
2 – Una volta creata la struttura esterna ci si deve muovere usando la presenza consapevole, monitorando quel che accade, creando connessione tra la mente e ogni parte del corpo.
3 – Una volta che si è consapevoli di cosa accade si impara a controllare i processi di mente e corpo e si può ottenere quel che si desidera in qualsiasi momento. A questo livello c’è un’ottima rete neuronale e si può controllare il corpo muscolare, scheletrico, tendineo, ecc. Ergo: si può usare e controllare ogni parte del corpo con piena consapevolezza.
4 – A questo punto, potendo usare ogni parte del corpo interno/esterno con facilità, si può generare energia costante.
5 – Quindi si è in grado di emettere l’energia generata internamente all’esterno. Per questo si dice che nell’alto livello (5), a differenza del livello 1, è l’interno che muove l’esterno.

Written by

Valerio Bellone

Valerio Bellone è un ricercatore e praticante di lunga data nel campo del Taichi Chuan, del Qi Gong e della Meditazione. È autore del primo e unico saggio in italiano dedicato ai tre Classici del Taijiquan, un’opera fondamentale per gli appassionati della disciplina.
Il suo percorso ha inizio nel wushu moderno, per poi approdare alla tradizione autentica del Taijiquan. Ha studiato lo stile di Cheng Man Ching e successivamente l'originale stile Yang della famiglia, approfondendo gli aspetti teorici e pratici di questa antica arte.
Oggi insegna regolarmente Taichi, Qi Gong e Meditazione a Palermo e divulga con passione questi argomenti attraverso articoli e pubblicazioni specialistiche.
In passato è stato un fotografo di viaggio, raccontando il mondo attraverso il suo obiettivo. Scopri di più sul suo lavoro fotografico visitando il sito valeriobellone.com.