
Premessa
È doveroso premettere che le idee alla base di questo breve articolo non hanno lo scopo di rinchiudere dentro a categorie rigide la nostra variegata società.
Tutto il mio pensiero fa leva su una consapevolezza: ognuno di noi, comprese tutte le altre forme di vita e l’intero cosmo, siamo “contenitori” del femminile e del maschile. La ricerca dell’equilibrio personale tra queste due “forze” è una delle cose più importanti.
Queste energie/forze, dette YinYang, non vanno confuse con gli stereotipi sociali di femminile e maschile e non sono fondamenta di un ipotetico dualismo o monismo, ma bensì forze portatrici di vita e armonia quando si trovano nella dimensione di equilibrio, di bilanciamento. Un’energia contiene l’altra ed entrambe non possono esistere e persistere autonomamente.
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L’energia Yin ha un ruolo chiave nella stabilità
Quando un estremo Yin incontra un estremo Yang, l’estremo Yin “vince” sempre (…) e continuando a parafrasare le parole del Professore Cheng Man Ching (Tredici saggi sul T’ai Chi Ch’uan): il debole e il morbido sono destinati a perdurare più del forte e del duro.
Lo Yin, morbido e debole, nella filosofia taoista rappresenta l’energia del femminile, ma è anche la forte terra generatrice di vita. Dentro allo Yin c’è un po’ di Yang e viceversa.
Nella nostra cultura occidentale machista abbiamo sempre dato un’accezione negativa alla “debolezza”. Ma basta pensare alla debolezza del neonato, per comprendere quanto questa sia in realtà colma di energia vitale, di “forza” evolutiva.
Tutta la nostra cultura occidentale è fondata sulla forza intesa come durezza, resistenza, velocità… Ovvero una società completamente machista e meccanicista che ha portato nel corso della storia ai fascismi e alle varie ramificazioni, come il nazismo o altre forme di dittatura chiamate con altri nomi. Questo tipo di squilibri hanno sempre generato scontro, guerra e distruzione prematura.
Nel nostro attuale momento storico le donne, del cosiddetto mondo occidentale, chiedono parità di diritti a ogni livello e in ogni ambito. Questa richiesta, che purtroppo trova quasi sempre false risposte, nel tempo si è trasformata in una ricerca di affermazione personale all’interno di una cultura costruita completamente intorno a quel che è maschile. Questo spinge le generazioni di donne più giovani a vedere come parità con gli uomini l’uniformarsi a quel che è virile.
Come si può pretendere che una bambina si affermi nel corso del tempo come donna in un mondo governato dal “maschile”?
Se sin da piccoli si è portati a credere, attraverso il condizionamento socioculturale, che essere donne significa essere deboli (nel senso dispregiativo della nostra cultura), e quindi delle perdenti, è ovvio che la ricerca della propria affermazione come donne (ma anche come uomini), all’interno della società, sarà all’insegna del tentativo di conformarsi con quel che andrebbe frenato: il machismo.
La nostra società è disegnata completamente intorno alla figura dell’uomo forte e all’idea di una virilità violenta, che sfocia inevitabilmente nella sottomissione dell’altro.
La perdita identitaria del singolo all’interno della propria comunità – in parte dovuta anche a una derogolamentata globalizzazione economica che ha schiacciato le diversità culturali – sta facendo emergere una ricerca dell’identità personale attraverso quello che è più scontato in una cultura storicamente violenta e incapace di vedere l’enorme potenzialità della coltivazione del femminile: l’energia Yin.
La mancanza di coltivazione dell’energia Yin porta allo squilibrio
Sono sempre di più i giovani che sentono di poter trovare un posto nel mondo attraverso la sottomissione dell’altro. E la partecipazione esponenziale agli sport da combattimento in stile “submission” (sottomissione), anche da parte delle donne, è la dimostrazione che la ricerca di affermazione è costretta a passare dallo stereotipo di forza machista. Il vincente e prevaricatore.
In Russia, tra combattimenti clandestini e ufficiali, lo sport nazionale negli ultimi anni è diventato il combattimento in gabbia, nel quale l’unico scopo è sottomettere l’altro, dimostrando così la proria virilità. Quello che sta accadendo in Russia si sta diffondendo anche in Europa ed è già una realtà negli USA.
Quello degli sport da combattimento, legati al concetto di sottomissione dell’altro, è solo uno degli esempi che possono essere fatti osservando un mondo squilibrato a senso unico. Ma i segnali di uno squilibrio del mondo verso la violenza e la prevaricazione sono evidenti in ogni contesto socioculturale, economico e politico.
Il “femminile” nel Taichi, così come in tutta la cultura taoista dei primordi, è il generatore della vita. La vita inizia con il movimento delle due energie/forze YinYang, ma di fatto è lo Yin, il femminile, che crea nuova vita. Questione di sfumature. Ma anche se solo per un’apparente sfumatura, “quando l’estremo Yin incontra l’estremo Yang, quest’ultimo diventa rarefatto”.
Ad alcuni sembrerà una coincidenza che le donne vivono mediamente più a lungo degli uomini, ma non è un caso. Come già detto il “debole” perdura più di quel che è “forte”, ciò che è rigido è destinato a spezzarsi. Lo sa bene il praticante avanzato di Taichi che attraverso la coltivazione dell’energia Yin porta avanti la propria ricerca nel rendersi flessibile ed equilibrato.
L’energia Yang emerge attraverso la coltivazione di quella Yin.
Se come società continuiamo a investire esclusivamente su quella che sino a qui ho definito energia Yang, saremo destinati ciclicamente (come la storia ci dimostra) a improvvise e drammatiche fratture sociali e non solo.
Impermanenza e decadenza
Il discorso portato avanti sino a qui non mira a illudere che possa esistere una dimensione permanente di armonia attraverso una corretta coltivazione dello YinYang.
Come ci viene insegnato attraverso l’esagramma nel libro I-Ching (testo alla base del Taoismo) o nelle varie forme del Buddhismo: l’impermanenza di tutte le cose è ineluttabile. Nonostante ciò, studiando Taichi sappiamo che coltivando in modo corretto si giunge alla decadenza di ogni cosa alla sesta linea dell’esagramma, successivamente alla dimensione di equilibrio e armonia. Al contrario, vivendo in modo squilibrato la decadenza può sopraggiungere a qualsiasi livello della propria trasformazione.
Ergo: la ricerca dell’equilibrio, attraverso la coltivazione delle energie YinYang, non deve essere illusione di permanenza e immortalità corporea delle cose, ma solo un metodo per trovare armonia, accettando la successiva e naturale decadenza prima dello stato Wuji (universo primordiale, prima del tutto).
Inoltre trovare armonia ed equilibrio in sé stessi è utile anche per coloro che ci circondano nella vita quotidiana.
Solo la ricerca dell’equilibrio porta all’armonia.
Cosa è davvero l’energia Yang?
In questo articolo ho cercato di dare un’idea dell’energia Yang come dura e rigida; una fonte di espansione del tutto, del quale la nostra cultura machista si è nutrita negli ultimi 2000 anni.
In verità solo per comodità di esternazione del mio pensiero ho rappresentato lo Yang in questo modo semplice.
Il vero Yang, così come il vero Yin, sono difficili da descrivere con parole e metafore, ma in ogni caso in merito allo Yang cercherò di approfondire l’idea.
L’energia Yang è espansiva, impalpabile come lo è il cielo. Un’energia che non si percepisce sino a quando non ci ha già investito. Si tratta di un’espansione potente che abbraccia tutto e che è potenzialmente distruttiva quando non viene controbilanciata da un eguale forza Yin. Il vero Yang non è comprensibile sin quando non lo si incontra, così come il vero Yin.
La nostra cultura e la nostra società, per come descritte sino a qui, non sono Yang esclusivamente nell’accezione di durezza e rigidità. Infatti nell’idea di “energia che dilaga senza essere percepita prima del punto di non ritorno” ritroviamo un altro modo di significare lo Yang nella nostra società e nelle derive autoritarie e violente.
Ci accorgiamo dell’espansione dello Yang, come ci accorgiamo della forza di uno tsunami. Lo tsunami in lontananza sembra qualcosa di lento, prevedile e controllabile, ma quando arriva è troppo tardi, nessuno può fuggire o salvarsi. La metafora dello tsunami spiega bene quanto potente ma allo stesso impalpabile sia l’energia Yang.
Le nostre società come possono contenere lo tsunami di violenza che ciclicamente si diffonde? Semplice, coltivando lo Yin, il femminile. Talvolta dico che il vero Taichi, praticato attraverso la disciplina del Taijiquan – che non è la banale deriva lottatoria in salsa competitiva che spesso viene rappresentata – andrebbe insegnato anche nelle scuole.
Se l’intera società ipoteticamente praticasse il Taichi, che è arte dell’equilibrio, probabilmente sarebbe una società più sana, dove ognuno verrebbe rispettato per quello che è e non per quello dentro il quale deve conformarsi. Una società che riconosce sia negli uomini che nelle donne le due energie generatrici di vita, rispettando tutti nella diversità.
Sfortunatamente quel che è banale tende a prevalere su quel che è profondo, dato che essere cassa di risonanza del banale richiede uno sforzo minore rispetto alla ricerca di quel che è profondo.
Questo però non deve scoraggiare il praticante, dato che nessuno è al mondo per cambiarlo in un giorno, mentre tutti possiamo essere “qui e ora” con lo scopo di cambiare il nostro mondo interiore, facendolo evolvere verso una dimensione di pace e compassione (in senso buddhista: sperimentare il desiderio del bene nei confronti di ogni essere senziente).
Dall’unione di tanti percorsi compassionevoli, nasce un futuro armonioso.
Buona pratica e ricerca a tutti.
© Valerio Bellone