La Grande Forma del Taijiquan stile Yang, Da Jia Liu Lu, conosciuta solitamente come “Forma 108 di Yang Chengfu“, segue un principio profondo di mutamento, rispecchiando la struttura dell’Yijing (anche trascritto I Ching, ovvero il “Libro dei Mutamenti”). La forma è suddivisa in sei sezioni, le quali corrispondono simbolicamente, ma non solo, alle sei linee dell’esagramma, ognuna rappresentando un diverso stadio del cambiamento e dell’evoluzione umana e del praticante.
Questa corrispondenza non è casuale: proprio come nell’Yijing, dove ogni linea di un esagramma descrive un passaggio da uno stato all’altro, anche la pratica della Grande Forma conduce il praticante attraverso un processo di trasformazione interiore e fisica. Ogni sezione riflette un diverso livello di comprensione e affinamento, passando dall’apprendimento tecnico alla fusione con il principio del Wu Wei (“non-azione spontanea”), fino a raggiungere un’armonia profonda con il flusso del Dao. La sequenza dei movimenti non è solo un’esecuzione marziale, ma un cammino filosofico ed energetico, dove il corpo diventa lo strumento attraverso cui il mutamento si manifesta.
I sei passaggi secondo la filosofia dell’Yijing
Prima Sezione
1. L’Inizio del Percorso (Linea iniziale dell’esagramma)
La prima sezione rappresenta la nascita del movimento e il radicamento nel Dao. È il momento in cui si costruiscono le fondamenta, dove l’attenzione è posta sulla postura, l’allineamento e la consapevolezza del proprio centro.
Analogamente alla prima linea dell’esagramma, qui il mutamento è appena iniziato: il praticante deve mantenere una mente aperta, senza forzare il fluire dell’energia (Qi), ma lasciandosi guidare dalla naturalezza del movimento.
Seconda Sezione
2. La Crescita e lo Sviluppo Interno (Seconda Linea dell’Esagramma)
In questa fase il movimento diventa più fluido e le transizioni più chiare. Il praticante comincia a comprendere il ritmo interno del Taiji, lavorando sulla connessione tra respiro e movimento.
Questa sezione riflette la seconda linea dell’esagramma, che rappresenta l’inizio della stabilità. Qui si sviluppa la capacità di accogliere la forza senza resistere, lavorando sull’equilibrio tra Yin e Yang. È il momento di consolidare la tecnica senza farsi travolgere dall’impazienza.
Terza Sezione
3. La Svolta e la Decisione (Terza Linea dell’Esagramma)
A questo punto, la pratica raggiunge un livello di transizione importante. Le tecniche diventano più complesse e il praticante affronta le prime difficoltà nel mantenere la continuità del Qi e della struttura.
Questa sezione corrisponde alla terza linea dell’esagramma, il punto critico di ogni mutamento: se la base non è solida, si rischia di cadere in disequilibrio. È qui che si decide se perseverare nella pratica con consapevolezza o se lasciarsi sopraffare dalla difficoltà. La qualità dell’intenzione diventa fondamentale.
Nel libro I tre Classici del Taijiquan di Wang, Wu e Li sono tradotti e commentati quelli che in Cina sono tutt’oggi considerati i primi e più importanti manoscritti della storia del Taijiquan. La traduzione dei tre manuali originali è accompagnata da spiegazioni approfondite di ogni frase, da un punto di vista pratico, teorico e linguistico. Ogni passaggio del libro è inoltre supportato da un commentario nel quale vengono approfonditi anche gli aspetti di natura filosofica e storico culturale che sono indispensabili per una corretta comprensione della materia trattata.
Quarta Sezione
4. Il Contatto con l’Energia Superiore (Quarta Linea dell’Esagramma)
Ora il praticante ha superato la fase iniziale di incertezza ed entra in una dimensione più profonda del Taiji. Il corpo e la mente iniziano a muoversi in armonia, la respirazione si sincronizza con il movimento e si percepisce un flusso più naturale del Qi.
Questa fase riflette la quarta linea dell’esagramma, dove si entra in contatto con un potere superiore. È il momento in cui il praticante inizia a comprendere la vera essenza del Taiji, non solo come tecnica marziale, ma come disciplina energetica e spirituale.
Quinta Sezione
5. Il Vertice della Consapevolezza (Quinta Linea dell’Esagramma)
Qui si raggiunge un livello di maestria nel movimento, dove il praticante è consapevole della propria energia interna e inizia a manifestarla con pienezza e controllo. Le transizioni diventano naturali, e la forma è eseguita con un equilibrio tra potenza e morbidezza.
Questa fase corrisponde alla quinta linea dell’esagramma, il punto in cui l’armonia con il Dao è completa. È il livello in cui il praticante non si sforza più di “fare”, ma semplicemente “è” nel movimento. La mente è calma e chiara, il corpo segue il flusso senza tensioni.
Sesta Sezione
6. La Conclusione e il Rinnovamento (Sesta Linea dell’Esagramma)
L’ultima sezione rappresenta il compimento e la trasformazione. La forma si conclude, ma il mutamento continua, poiché ogni fine è solo un nuovo inizio.
Nella filosofia dell’Yijing, la sesta linea segna il momento della transizione finale: se si resta attaccati al percorso compiuto senza rinnovarsi, si rischia di stagnare. È il momento di lasciare andare, di accettare che il vero apprendimento non ha fine, e di tornare a praticare con rinnovata umiltà.
Seguendo il principio delle sei linee dell’esagramma, la Grande Forma del Taijiquan diventa un percorso di trasformazione interiore. Non è solo un insieme di movimenti, ma un cammino nel mutamento, in cui ogni sezione corrisponde a una fase della crescita del praticante.
Attraverso il Taiji, come nell’Yijing, impariamo che il vero equilibrio non è statico, ma è il sapersi adattare al cambiamento. Ogni pratica è un nuovo inizio, ogni mutamento è un’opportunità per evolvere.
Così, la Grande Forma diventa una via di saggezza, un ponte tra il movimento e la filosofia, tra il corpo e lo spirito, tra il visibile e l’invisibile. In questo risiede il suo vero potere.
Questo profondo legame tra il Taijiquan e l’Yijing è stato espresso chiaramente anche dal Maestro Da Liu, che ha studiato con grandi maestri in Cina prima di portare questa conoscenza in Occidente.
Nel suo scritto, di seguito esposto, egli evidenzia come i movimenti della forma siano strettamente connessi alla filosofia del mutamento e alla meditazione.
«Insegno Taijiquan, una forma cinese di movimento del corpo, a studenti provenienti da tutte le parti del mondo da più di vent’anni. Spesso mi vengono poste domande sulla pratica del T’ai Chi Ch’uan, quali: “Migliorerà la mia condizione fisica?”; “Può alleviare lo stress e la tensione?”; “Mi metterà ‘in sintonia’ con il mio corpo?”; “In che modo il T’ai Chi Ch’uan è legato al pensiero cinese?”…
Molte delle persone che hanno compreso anche solo un po’ del Taijiquan si rendono conto che questo si fonda sull’idea dello yin e yang, ovvero i principi attivi e passivi della filosofia cinese. In genere queste persone sanno anche che il popolare passatempo cinese del predire il futuro usando il testo Yijing si fonda su una visione del mondo che utilizza i medesimi concetti. Nasce quindi la domanda: “Qual è la relazione tra il Taichi e l’Yijing?”.
Tale relazione nasce dal fatto che ogni movimento del Taijiquan è correlato a un particolare esagramma dell’Yijing. Questa relazione contiene indizi vitali per una comprensione più profonda del pensiero cinese che, come tutte le valide visioni del mondo, si basa sulla conoscenza del sé che è stata raccolta dall’esperienza pratica nella meditazione.
I movimenti del Taijiquan e gli esagrammi su cui si basano, sono entrambi metodi per descrivere la circolazione dell’energia psichica nel corpo del meditante.
So bene che nell’America contemporanea l’Yijing è considerato esclusivamente un libro per le predizioni e il Taijiquan è conosciuto come sistema fisico per il rilassamento e l’autodifesa. Ma sebbene queste visioni del Taijiquan e dell’Yijing non siano del tutto errate, non vanno alla radice della questione. Difatti limitare a tali visioni queste pratiche è come giudicare il valore di un gioiello prezioso in base a quanto è opulenta e vistosa la confezione nel quale è riposto. Nonostante tale “gioiello” può essere vestito con velluto e oro, il suo valore immenso rimane coperto e al sicuro all’interno. Il Taijiquan e l’Yijing sono sistemi che permettono di scoprire il valore reale del “gioiello prezioso”, che è la natura del Dao. Lo fanno rivelando i segreti della Circolazione della Luce e della circolazione dell’energia psichica nella meditazione.
Il Taijiquan e l’Yijing sono quindi chiavi attraverso le quali la filosofia teoretica del Daosimo può essere convertita in una via pratica di conoscenza. Naturalmente, anche questo tipo di conoscenza, se praticata senza un maestro esperto e se praticata nelle condizioni sbagliate, è improbabile che porti da qualche parte.
Ho iniziato i miei studi nel 1928 a Kiang-su nella Cina orientale sotto il famoso maestro Sun Lutang, colui che ha fondato la “Sun School di Taijiquan”. Successivamente, ho viaggiato nelle province sudoccidentali dove ho incontrato e studiato con grandi Maestri di Taiji. A quel punto sono passato dalla Scuola di Sun a quella Yang, che è lo stile che insegno oggi.»
New York, dicembre 1971
Le parole del Maestro Da Liu ci ricordano che la pratica del Taijiquan va ben oltre il movimento: è una forma di meditazione (in merito potresti leggere l’articolo Meditazione e apnea, nuoto e Taichi, cosa hanno in comune?) in cui il corpo e la mente seguono il flusso del Dao, proprio come indicato nell’Yijing.