Il rapporto maestro allievo nella Cina antica

Nella famiglia Yang, da cui deriva l’omonimo stile di Taijiquan, era tradizione che i figli apprendessero dai nonni piuttosto che dai padri, almeno durante l’infanzia. Questa pratica, comune fino alla prima metà del 1900, aveva due motivazioni principali.

La prima era legata all’età in cui si avevano i figli. In passato – e ancora oggi in molte parti dell’Asia – si diventava genitori molto giovani, spesso tra i 15 e i 18 anni. Di conseguenza, si poteva essere già nonni tra i 30 e i 40 anni. Per via del rispetto culturale verso gli anziani, i bambini tendevano a obbedire più facilmente ai nonni, con cui c’era una maggiore distanza generazionale. Inoltre, un nonno relativamente giovane aveva ancora abbastanza energia per gestire anche i bambini più vivaci, che all’epoca venivano disciplinati anche fisicamente.

Il secondo motivo riguardava la qualità dell’insegnamento. Studiare il Taijiquan con i nonni significava apprendere direttamente dalla persona più esperta della famiglia, ricevendo così le migliori basi della scuola. Per questi stessi motivi – e per altri non menzionati – talvolta i bambini venivano mandati a imparare da maestri esterni al nucleo familiare.

Il rapporto maestro allievo nel mondo occidentale

Oggi, l’apprendimento del Taijiquan avviene in un contesto sociale completamente diverso. Se nel passato si dedicavano molte ore al giorno alla pratica, nel mondo occidentalizzato il tempo medio di allenamento settimanale è molto ridotto. Inoltre, la maggior parte delle persone inizia dopo i 25 anni e sono rari i bambini che vengono avviati alla disciplina dai genitori. Le cose cambiano solo nel caso del Taijiquan sportivo, praticato in forma ginnica.

Questi cambiamenti hanno modificato anche il rapporto maestro allievo. Una delle conseguenze più importanti è la necessità di scegliere un insegnante adeguato al livello dello studente. Un principiante assoluto dovrebbe evitare di iniziare con un maestro troppo avanzato, sia in termini di età anagrafica che di esperienza.

Sebbene possa sembrare un paradosso, chiunque abbia alle spalle almeno 10 anni di insegnamento sa che maggiore è la propria comprensione dell’arte, più difficile diventa trasmettere i principi di base ai principianti. Questo perché la comunicazione tra livelli troppo distanti è complessa: ogni parola del maestro avanzato contiene riferimenti e significati che il principiante non può ancora comprendere.

Un esempio utile può essere tratto dalla fisica. Se una persona con un background umanistico leggesse un libro divulgativo di fisica quantistica, troverebbe difficile coglierne il senso nella sua interezza. Allo stesso modo, un maestro molto esperto potrebbe trasmettere concetti avanzati che un principiante faticherebbe a decifrare.

Nel libro I tre Classici del Taijiquan di Wang, Wu e Li sono tradotti e commentati quelli che in Cina sono tutt’oggi considerati i primi e più importanti manoscritti della storia del Taijiquan. La traduzione dei tre manuali originali è accompagnata da spiegazioni approfondite di ogni frase, da un punto di vista pratico, teorico e linguistico. Ogni passaggio del libro è inoltre supportato da un commentario nel quale vengono approfonditi anche gli aspetti di natura filosofica e storico culturale che sono indispensabili per una corretta comprensione della materia trattata.
Nel libro I tre Classici del Taijiquan di Wang, Wu e Li sono tradotti e commentati quelli che in Cina sono tutt’oggi considerati i primi e più importanti manoscritti della storia del Taijiquan.

L’importanza della progressione nel rapporto maestro allievo

Il Taijiquan, a un livello avanzato, è una pratica di trasformazione interna, non solo una disciplina fisica. Tuttavia, l’insegnamento deve partire dagli elementi più concreti, come il movimento corporeo e la postura, per poi integrare gradualmente gli aspetti interni.

Per comprendere ciò che si vede dalla cima di una montagna, bisogna aver percorso il sentiero dal basso. Chi arriva in funivia potrà osservare solo ciò che è più superficiale.

Per questo motivo, un insegnante giovane, ancora legato alla parte più esterna del Taijiquan, sarà spesso più efficace nel trasmettere le basi ai principianti. Il rapporto maestro allievo in questa fase deve basarsi su un linguaggio chiaro e comprensibile. Al contrario, un maestro avanzato sarà più utile a chi ha già acquisito un livello intermedio e vuole approfondire gli aspetti più sottili della disciplina.

Come scegliere il giusto maestro per il proprio livello

Mi è capitato spesso di incontrare persone che avevano iniziato a praticare il Taijiquan con maestri troppo avanzati e che, di conseguenza, non avevano compreso né la teoria né la pratica della disciplina. Il problema è che non si può imparare ciò che è interno senza prima padroneggiare le basi esterne. Cercare di imitare un maestro avanzato senza le giuste fondamenta porta solo a confusione.

Per questo motivo, consiglio ai principianti assoluti – o a chi ha solo un paio d’anni di esperienza – di affidarsi a insegnanti che non abbiano un divario eccessivo di età ed esperienza. Chi invece ha già 10 anni di pratica alle spalle può iniziare a cercare un maestro più esperto, in grado di guidarlo verso la comprensione degli aspetti più interni del Taijiquan.

È importante sottolineare che il numero di anni di pratica è solo un riferimento indicativo. La qualità dell’allenamento è più importante della durata, e la vera esperienza si misura in base alla correttezza della pratica svolta. Tuttavia, un principiante non ha gli strumenti per valutare questi aspetti, motivo per cui è meglio iniziare con un insegnante giovane e accessibile.

Bisogna fidarsi di qualcuno e, soprattutto, bisogna pur iniziare da qualche parte.

Written by

Valerio Bellone

Valerio Bellone è un ricercatore e praticante di lunga data nel campo del Taichi Chuan, del Qi Gong e della Meditazione. È autore del primo e unico saggio in italiano dedicato ai tre Classici del Taijiquan, un’opera fondamentale per gli appassionati della disciplina.
Il suo percorso ha inizio nel wushu moderno, per poi approdare alla tradizione autentica del Taijiquan. Ha studiato lo stile di Cheng Man Ching e successivamente l'originale stile Yang della famiglia, approfondendo gli aspetti teorici e pratici di questa antica arte.
Oggi insegna regolarmente Taichi, Qi Gong e Meditazione a Palermo e divulga con passione questi argomenti attraverso articoli e pubblicazioni specialistiche.
In passato è stato un fotografo di viaggio, raccontando il mondo attraverso il suo obiettivo. Scopri di più sul suo lavoro fotografico visitando il sito valeriobellone.com.