Fa-Jing Taichi

Premessa

Quando si inizia a praticare il Taijiquan, una delle prime informazioni con le quali si entra in contatto è che questa arte marziale interna contenga una presunta “esplosione di energia” che comunemente viene chiamata Fa-Jin (altre volte traslitterato fa-jing).

Se con Fa-Jin intendiamo la sua traduzione più comune: emettere (發, Fa) forza (勁, Jin), anche tradotto come energia; dobbiamo sapere che si sta parlando di una categoria di Jin e non di uno in particolare. Più precisamente, in questo caso Fa Jin è un riferimento generico alla forza addestrata utile all’emissione di un tipo di energia interna non specificata. Per tale motivo, un modo non errato di adoperare il termine Fa Jin (發勁), è quando lo si usa in modo generico per indicare i Jin di tipo offensivo, ovvero quelli di emissione che penetrano nel corpo dell’avversario. Dall’altro lato ci sono quelli definibili come Jin difensivi che servono a neutralizzare il potere dell’avversario e sono detti Hua Jin (化勁). Queste categorie a loro volta fanno parte dei Jin di ascolto (Jue Jin) o di quelli manifesti (Zing Jin). Le varie categorie e i vari Jin verranno discussi più avanti in questo articolo.

Attraverso questa premessa si può comprendere che parlare di Fa Jin come un tipo di emissione specifica è un errore. La cosa corretta, quando si parla in modo generico delle forze addestrate, nell’ambito del Taichi Chuan, è dire semplicemente Jin. Dato che Fa Jin è il contenitore generico di tutti i Jin legati all’emissione (“offensivi”) mentre il termine Hua Jin indica tutti i Jin legati alla neutralizzazione al controlo dell’avversario (quindi “difensivi”).

Alcuni Maestri nel corso del tempo hanno provato a classificare tutti i Jin creati nell’ambito del Taijiquan e si potrebbe dire che sono 33. Ma in realtà ne esistono altri, dato che ogni scuola, lignaggio e Maestro riportano diversi insegnamenti che talvolta possono differire tra loro. In altri casi le stesse forze vengono chiamate in modo diverso creando confusione tra i principianti. In ogni caso in questo articolo viene fatto alla fine un elenco abbastanza esaustivo.

Nota – Molto spesso nello stile Chen si usa il termine Fa-Jing (invece di Fa-Jin) per indicare la “forza a spirale” ma, come abbiamo visto, Fa Jin non indica una forza specifica, bensì una gamma di forze offensive. Il termine più corretto per la “forza a spirale” è Chan Si Jin (纏絲勁 – talvolta trascritto Chan Ssu Jin o anche chiamato Dzuen Jin). Si tratta di un tipo di forza che non andrebbe mai emessa se non per salvarsi la vita, dato che si tratta di un’energia che entra in modo profondo dentro l’avversario, come una vite che perfora un asse di legno molto velocemente. Di conseguenza, se si possiede la vera abilità per emettere questo tipo di forza, è davvero sciocco provare, anche in modo “controllato”, questo tipo di Jin su un compagno di allenamento.

Cosa è il Jin nel Taijiquan

Iniziamo con il dire che i termini cinesi – e soprattutto la loro traslitterazione – può portare a fraintendimento della pratica, questo perchè lo stesso termine (traslitterato) potrebbe voler dire cose diverse in momenti diversi dello studio del Taijiquan. Detto questo, in questo articolo con Jin si intende sempre “forza (o energia) addestrata”.

Il Jin del Taijiquan di fatto è un principio e fa riferimento a: Yi (意, “intenzione”), muove il Qi (氣, “energia vitale”) e questo muove il corpo, creando tipi di forze ed energie che seguono diversi tipi di processi interni. Quando invece Yi scuote solo il Qi della muscolatura allora questo è Li (力, “forza dura”) e non si può parlare di Jin interno nell’ambito del Taijiquan.

Capire di cosa parliamo quando diciamo Jin nell’ambito del Taichi è il punto cardine dell’argomento. Secondo le arti marziali cinesi interne (nella loro interpretazione più moderna) esistono vari livelli di Jin che possono essere raggruppati nei seguenti 5 livelli:

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Written by

Valerio Bellone

Valerio Bellone studia e fa continua ricerca sul Taichi Chuan, il Qi Gong e la Meditazione. È autore del primo e unico saggio mai scritto in italiano sui primi tre Classici del Taijiquan cinesi.
Il suo percorso inizia con il wushu moderno e successivamente si sposta alla fonte della tradizione del Taiqjiuan studiando inizialmente lo stile di Cheng Man Ching e successivamente lo stile madre originale della famiglia Yang.
Tiene regolarmente corsi di Taichi, Qi Gong e Meditazione nella città di Palermo e scrive articoli di divulgazione su queste materie.