Nella storia nota all’interno della comunità cinese del Taijiquan, si sa che questo ha assunto tre nomi differenti in periodi e luoghi diversi.
Con Taijiquan oggi indichiamo uno stile marziale che utilizza il concetto daoista di Taiji, yin yang, come principio fondante. Poiché la forma base di questo stile è lunga – un centinaio di posizioni – è anche nota come Changquan o “pugno lungo” (puoi anche leggere questo articolo in merito).
Ad oggi diverse scuole della famiglia del Taijiquan praticano forme differenti, ma se guardiamo attentamente, si intuisce che tutte le forme aderiscono a medesimi principi. I nomi delle posture, nei vari lignaggi di famiglia, possono variare leggermente, ma i movimenti e le sequenze di base sono molto simili o addirittura uguali.
L’altro nome noto del Taijiquan è Shisanshi o “Tredici posizioni”. Questo era il termine adoperato spesso nei tempi passati e lo si trova scritto tra i primi documenti del villaggio dei Chen e dei villaggi di Zhaobao.
Attraverso tutta la documentazione disponibile, attentamente esaminata e comparata nel corso di decenni, la maggior parte degli studiosi cinesi suggerisce che il nome originale dell’odierno Taijiquan fosse Shisanshi. Ad ogni modo le pratiche marziali dette interne come il Taijiquan, vennero precedute dalla meditazione daoista e dagli esercizi per la salute e il benessere. Soltanto in un secondo momento tali esercizi vennero uniti ad alcuni stili marziali (in merito puoi questi due articoli: Il Taichi è meditazione in movimento? e Come nasce il Taijiquan?).
Nei Classici di Wang Zongyue è scritto:
太极拳, 一名长拳又名十三势。
Il Taijiquan è anche conosciuto come zhangquan (trascritto anche changquan) o shisanshi.
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Un salto nel passato
Sin dalla dinastia Song, esistono due concetti importanti nelle arti marziali cinesi, changquan e duanda.
- Changquan significa “forma lunga”, ovvero un’insieme di tecniche collegate da una sequenza lunga di movimenti. Questa pratica molto “artistica” è sempre stata adoperata per sviluppare le abilità di base di ogni stile.
- Duan significa “breve” e da significa “combattere”, quindi duanda si può tradurre come: “forma di combattimento breve”. Questo metodo di allenamento è una combinazione di tecniche praticate molte volte, al fine di sviluppare le abilità utili al combattimento.
Nella formazione tradizionale antica di ogni stile marziale cinese le persone praticavano per prima cosa la “forma lunga” (changquan).
Durante questa fase dell’addestramento, non ci si esercitava al fine di combattere. L’obiettivo principale dell’allenamento era sviluppare le abilità di base e le qualità mente-corpo necessarie.
Successivamente alla fase sopra accennata i praticanti smontavano ogni tecnica dalla forma studiandone l’uso pragmatico. E questo metodo di allenamento era chiamato chaishou.
L’obiettivo di questo tipo di formazione era di acquisire una comprensione più profonda delle tecniche, piuttosto che concentrarsi esclusivamente sulla pratica dura, semplice e ripetitiva.
Seguendo il metodo tradizionale, le singole tecniche venivano infine combinate e praticate durante l’addestramento combattivo. E questo era indicato come duanda. Ovvero la pratica è l’allenamento utili al vero combattimento.
Allo scopo di differenziare i diversi stili veniva posto davanti al nome di ogni arte marziale il termine changquan o duanda, come per esempio Shaolin Changquan.
Tradizionalmente changquan era quindi un nome generico che indicava il tipo di allenamento con un tipo di forma lunga.
Ad oggi in Cina, nella maggior parte dei casi le forme lunghe sono praticate per scopi di competizione sportiva nell’ambito del wushu. Così il changquan è divenuto qualcosa che le persone attribuiscono all’età moderna delle arti marziali cinesi coreografiche da competizione.
Shisanshi significa “tredici posture” ma la parola “postura” non ha il significato abituale del termine che si usa normalmente oggi nel Taijiquan. Shisanshi era il nome più popolare del Taijiquan, prima che questa divenisse un’arte marziale famosa a Pechino per merito del Maestro Yang Luchan.
Prima di allora c’erano cinque stili simili al Taijiquan odierno basato sui principi enunciati nel primo Classico di Wang Zongyue, e uno di questi era lo Shisanshi (forse un tempo anche noto come Nei Jia Quan) che si dice fosse stato inventato da Zhang Sanfeng, dal quale si narra abbiano avuto origine tutti gli stili di Taijiquan successivi conosciuti.
Gli altri stili prima dell’era di Yang Luchan a Pechino, erano:
- Xiaojiutian, “Nove livelli del Piccolo Cielo”, creato da Han Gongyue
- Sanshiqi, “Trentasette Posture”, creato da Xu Xuanping
- Xiantianquan, “Pugno pre-natale”, creato da Li Daozi
- Houtianfa, “Metodo post-natale”, creato da Hu Jingzi
Tutti gli stili seguivano principi base simili a quelli dell’odierno Taijiquan, ma contenevano alcune abilità distinte e peculiari. Di questi stili a oggi non rimane alcuna traccia ma erano ancora vivi, sebbene poco popolari, sino ai primi del 1900.
Ad oggi nessuno può dire di conoscere con certezza quale fosse la storia di questi lignaggi che, come molte cose dell’umanità, vengono perdute con il passare delle generazioni.