I DONI DELLA FASCIA
Una volta che hai vissuto quei momenti “wow” delle pratiche che ti fanno rilasciare la fascia corporea, non si può tornare indietro. “Quella sensazione di cambiamento, di lasciare andare”… in realtà è davvero difficile descrivere con le parole quello che si prova. Ma se hai sperimentato la fascia sai di cosa stiamo parlando. È un’esperienza che deve essere vissuta. Potresti averlo provato anche mentre adoperavi un trappano, nel momento in cui il tuo corpo è passato dal resistere al rilasciare. È quella sensaziona che invoglia a tornare sui tappetini dello yoga.
Thomas W. Myers, esperto di anatomia e autore di Meridiani miofasciali, nel descrivere la fascia ci dice che, fondamentalmente, “le nostre cellule sono incollate insieme da una sostanza, che è ovunque ed è più o meno acquosa (idratata) a seconda di dove si trova nel corpo e in quali condizioni è.”
La cosa meravigliosa del viaggio verso la comprensione della fascia è che non siamo costretti ad avere una conoscenza scientifica dei dettagli anatomici che questa coinvolge, al fine di sentire come funziona all’interno del nostro corpo.
Man mano che la ricerca sulla fascia si evolve, apprendiamo nuovi modi per svelare tensioni profonde in questo tessuto connettivo, che influisce notevolmente sulla nostra mobilità mentre invecchiamo, oltre a influenzare la nostra mente. E sebbene gli yogi sentono spesso la parola fascia associata allo yin yoga, la scienza occidentale sta continuando a scoprire nuovi modi di rilasciarla e reidratarla attraverso diverse forme di movimento.

Cosa è la fascia?
L’autore di Fascia: What it is and Why it Matters, David Lesonak, spiega che la fascia è come “(…) un materiale bianco-argenteo, flessibile e robusto in egual misura – una sostanza che circonda e penetra ogni muscolo, ricopre ogni legamento, copre ogni organo e avvolge ogni nervo.” Dice:
La cosa più importante da tenere a mente è che la rete fasciale è una struttura lungo tutto il corpo (…) La peculiarità della fascia implica che, in effetti, si tratta di un “tessuto connettivo”, che è un termine spesso usato in modo intercambiabile con “fascia”.
Il tessuto connettivo che intreccia tutto quanto
La fascia è una sorta di rete del tessuto connettivo che circonda e include i muscoli, come una sorta di impalcatura lungo tutto il corpo. Le fibre del nostro corpo dovrebbero scivolare facilmente l’una sull’altra durante il movimento, ma non è sempre così. A causa di lesioni o di azioni ripetitive stressanti – come: correre, stare curvi sui computer o persino facendo alcune posizioni di yoga – le aree di tessuto possono ispessirsi e infiammarsi così da tirare la rete fasciale verso l’alto. Il risultato di questi movimenti ripetitivi e logoranti è che la fascia che circonda i muscoli smette di funzionare nel migliore dei modi, contribuendo a tensioni, contrazioni e infine dolori.
La fascia è come un tessuto dinamico e altamente sensibile che ascolta e risponde sempre a ciò che accade in tutto il corpo.
Se smettiamo di muovere una parte del corpo, tutta la fascia inizia a disidratarsi, solidificarsi e restringersi. Questi punti diventano come una diga per l’energia, per l’informazione e per i segnali. Così si perde la consapevolezza di questi punti corporei, perdendo anche benessere.
Includendo esercizi che aiutano a liberare la fascia miglioriamo lo scorrimento e lo scivolamento dei tessuti, mentre al contempo li idratiamo attraverso l’atto di compressione e rilascio. Facendo questo in una parte, si ha effetto in tutto il corpo. Quindi, ad esempio, se rilasciamo la fascia dei piedi, questo avrà un impatto fino al collo.
Pensieri orientali sulla fascia
Secondo le filosofie orientali, l’energia fluisce attraverso la fascia. In The Spark in the Machin Daniel Keown afferma: “La fascia è ovunque, controlla tutto; forma il nostro corpo; canalizza il Qi; mantenendo tutto in ordine”. Keown spiega che i canali di agopuntura orientali sono i piani fasciali dell’Occidente e la scienza occidentale sta iniziando a sostenere queste filosofie, proprio mentre scopre i parallelismi tra le conoscenze anatomiche più avanzate e i concetti intorno ai meridiani.
Rilascio della fascia
La ricerca sulla liberazione fasciale mostra che ci sono diversi modi in cui possiamo iniziare a svelare le tensioni profonde che portano alla contrazione e al dolore dei nostri corpi e delle nostre menti.
Thomas W. Myers è stato coinvolto nello studio del lavoro corporeo per oltre 43 anni. È autore dei popolarissimi libri, come: Anatomy Trains in Motion e tiene regolarmente conferenze sul tema della fascia. Egli spiega che abbiamo bisogno di stretching lunghi e lenti per raggiungere i tessuti più profondi e densi del corpo, come la fascia. Dice:
Una delle cose meravigliose dello yoga è che grazie al prolungato allungamento tenuto in molte posizioni yoga, si modifica il tessuto connettivo.
Per Myers, una volta cambiati i modelli abituali della fascia, puoi iniziare ad affrontare la tensione cronica insita nei tessuti. Le lunghe posizioni dello yoga, in particolare lo yin yoga, danno ai muscoli il tempo di rilassarsi e rilasciare, il che può portare alla guarigione sia fisica che emotiva. Myers spiega che quando allunghi un muscolo per la prima volta, il suo riflesso di allungamento cerca di contrarre il muscolo alla sua lunghezza originale, ma mantenere l’allungamento consente al corpo di rilassarsi. Appena i muscoli si rilassano si inizia a lavorare più in profondità nei vari strati, come la fascia.
I muscoli devono prima rilassarsi e poi la fascia inizia a distendersi e a rilasciare. E ciò può facilitare il tipo di rimodellamento che porta al rilascio delle parti cronicizzate e, in molti casi, a un profondo cambiamento di mente e corpo.
Myers nota che non esiste un tempo prestabilito per ogni persona. Per alcuni corpi i cambiamenti fisiologici possono avvenire in breve tempo e per altri, sono necessarie posizioni yoga di lunga durata per far avvenire il rilascio. Ma è importante non spingerci al massimo delle nostre capacità, in modo da rimanere fluidi, muovendoci delicatamente all’interno di una posizione, così da consentire un’idratazione ottimale della fascia.
Sull’International Journal of Sports Physical Therapy del 2015 vengono esaminati 14 articoli scientifici che illustrano gli impatti positivi degli esercizi che facilitano il rilascio della fascia. Gli studi hanno suggerito che rotolare delicatamente diversi muscoli su palline o rulli spingerebbe la fascia tra le ossa, i muscoli, gli organi e le fibre nervose, a creare più mobilità di quanto si possa ottenere con l’allungamento passivo.

Fascia, sensazioni e rilascio
Alexa Nehter è un’insegnante di yoga di lunga data che ha approfondito l’affascinante mondo qui trattato. Ha studiato con Thomas W. Myers ed è stata fortunata nell’avere l’opportunità di incontrare il dott. Robert Schleip, uno dei più noti esperti di fascia al mondo e direttore del Progetto di ricerca sulla fascia all’Università di Ulm, in Germania. Nehter riflette sulla sua relazione amorosa con la fascia: “La fascia è il nostro più grande organo sensoriale, il nostro organo di consapevolezza, il nostro oceano interno. Per me l’attuale ricerca sulla fascia unisce tutto ciò che ho imparato attraverso il surf, la meditazione e lo yoga”.
Foster ci dice che l’impatto della nostra fascia può influenzare il nostro sistema nervoso. Dice: “Una leggera pressione sulla fascia può aiutare a comunicare al sistema nervoso che non è più necessario aumentare la tensione in quella zona.” E così, influenzando queste tensioni profonde in una parte del corpo, possiamo iniziare a sciogliere e rilasciare la tensione in altre parti del corpo, e persino nella mente.
Nehter spiega come è cambiata la sua vita quando ha iniziato a esplorare il mondo del movimento fasciale intuitivo:
Ho iniziato a rimuovere i nodi e le complicazioni della mia vita che erano diventati più grandi e sempre più restrittivi.
Esplorando il rilascio fasciale, i movimenti e le pratiche ad esso associati, Nehter dice: “Scoprirai i luoghi in cui il tuo corpo è teso a un livello più profondo, rispetto ai tuoi muscoli o al tessuto connettivo..” e:
Impari a sentire le vibrazioni veloci e lente del tuo schema neurologico e, quando ti permetti di lasciarti andare e aprirti ancora più in profondità, noti queste aperture che lasciano il posto alla tua forza vitale (…) Questo tipo di “movimento” ci insegna ad avere maggiore sensibilità. Più sensibili siamo e più in profondità siamo in grado di rilassare. Più lo facciamo, più libertà, amore e passione per la vita possiamo sperimentare.
Esistono diversi modi in cui possiamo rilasciare, idratare e rivitalizzare la fascia, spingendoci verso profondi cambiamenti nel corpo e nella mente, e mentre la ricerca continua a svelare questi metodi, l’intuizione del nostro stesso corpo può certamente indirizzarci nella giusta direzione.
Quando pratichiamo lo yin yoga, possiamo sentire il momento in cui la resistenza si attenua: un leggero sblocco nella tenuta del corpo ci ricorda di ammorbidirci. Questa è la magia della fascia, ed è solo l’inizio.