cerimonia bai shi 拜師

Introduzione

La Cina è una nazione con una cultura millenaria molto legata a quello che da noi viene definito galateo o bon ton, così come alla ritualità e ai diversi momenti della vita che vengono spesso scanditi da riti di iniziazione. Ovvero un complesso di norme comportametali e momenti da rispettare, soprattutto nei contesti formali e pubblici. Tra queste norme di comportamento, in Cina si dice che “onorare l’insegnante e rispettare i suoi insegnamenti è l’eccellenza morale della tradizione”. Ti potrebbe anche interessare l’articolo:  Rapporto con il Maestro e buona pratica dell’allievo.

Sebbene nella Cina del passato le arti marziali non furono mai prese in considerazione come una pratica di alto livello (se non in alcuni circoli ristretti), oggi le stesse fanno parte di un ben noto e consolidato bagaglio culturale. Difatti sono divenute una delle dimensioni tradizionali del popolo cinese (o almeno di una parte di esso).

Per centinaia di anni furono i sacerdoti daoisti (o i monaci buddhisti) e i loro discepoli a conservare l’eredità delle arti marziali (potresti voler leggere Le arti marziali interne Xingyi, Bagua, Taiji e Liuhebafa). Un contesto fatto di riti, creazione di tradizioni e grandi formalità. In tale contesto si sottolineava il rispetto verso l’autorevolezza, l’importanza della cortesia, il prestare grande attenzione e riconoscenza all’insegnante.
Quando l’insegnante dava il riconoscimento all’allievo del “varcare la soglia”, a quel punto l’allievo veniva considerato un “vero studente” di famiglia e veniva definito “apprendista” (o “discepolo” che dir si voglia). Quando questo non avveniva, gli allievi erano definiti come normali “praticanti della disciplina”.

Una ritualità dal quale emergono delle criticità, soprattutto ai giorni nostri. La criticità consiste nel fatto che oggi non sono sempre gli allievi più capaci e/o puri di cuore a essere investiti dal “grado” di discepoli, ma molto spesso sono solo quelli più ruffiani. Questo problema ovviamente si è aggravato notevolmente da quando le arti marziali sono divenute un mezzo per sostentarsi e ancora peggio da quando, in alcuni casi, diventano un vero e proprio business sul quale in molti vogliono mettere le mani, non per vera passione ma per fini di lucro.
Non è una coincidenza il fatto che spesso gli allievi estromessi dalle scuole sono molto più preparati e bravi di quelli promossi al rango di discepoli. Questo è uno dei motivi per il quale quasi in ogni generazione si aprono nuovi lignaggi (ovvero nuove scuole che fanno capo ad allievi outsider). E, a onor del vero, tutto ciò accadeva già anche nel recente passato (da almeno 300 anni a questa parte).

In poche parole le norme comportamentali erano e sono importanti, ma quando diventano una formalità, un rito vuoto, divengono disfunzionali, diffondendo più che altro ottusità, mediocrità, disparità insensate e cattivi sentimenti tra gli allievi. Anche perchè, a differenza del passato sopra narrato, gli insegnanti di tale contesto ai giorni nostri non sono monaci che fanno un lavoro di elevazione spirituale ma bensì persone comuni che spesso sono colme di problemi e insicurezze derivate dall’ego strabordante.

A ogni modo, per i cinesi che seguono e ancora credono davvero in questo tipo di cerimonia, nota come Bai Shi (拜師), non per pura formalità o convenienza di qualche tipo, il tutto è considerato una cosa seria. Con questa cerimonia si accettano le regole della tradizione e al contempo si abbraccia la moralità marziale Wu De (武德).

Nel contesto di questo tipo di cerimonia tradizionale marziale si decide di onorare il proprio insegnante che diviene quindi Shifu* e si entra in una relazione profonda con esso. Aspetto che ovviamente è reciproco.
Questo rapporto tra maestro e apprendista, in cinese Shifu yu tudi guanxi (師傅與徒弟關系) è di fatto un ingresso nella famiglia/clan dell’insegnante stesso, al quale è così viene “garantita” una linea di discendenza della sua tradizione e delle consapevolezze/insegnamenti che ha impartito.

* Un’ennesima formalità cinese prevede che nel cotesto della tradizione marziale solo i discepoli che hanno fatto la cerimonia Bai Shi possono adoperare l’appellativo Shifu nei confronti dell’insegnante (Maestro). Tutti gli altri allievi si dovrebbero rivolgere all’insegnante chiamandolo Lao Shi (老师).


Da notare

  • Questo tipo di cerimonia ai giorni nostri avviene in ogni contesto scolastico, per esempio quando si prende un diploma o un attestato come cuoco.
  • Di fatto in Cina la cerimonia Bai Shi non è più qualcosa di veramente speciale come lo era un tempo. Ormai è divenuto un evento formale molto diffuso, un normale rito di passaggio come da noi è la cerimonia per la laurea.
  • La cerimonia non si svolge sempre nello stesso modo e con le medesime modalità. Anche nel contesto marziale la sequenza dei passaggi e le modalità possono cambiare da scuola a scuola.

I passaggi della cerimonia Bai Shi (拜師) nel contesto marziale

Durante la cerimonia che avviene in presenza di altri allievi più anziani (testimoni) generalmente si svolgono i seguenti passaggi:

  1. Si appende il ritratto dell’antenato (o maestro) e si pone un tavolo per l’incenso. A questo punto l’insegnante offrirà incenso all’antenato mostrando allo stesso che la setta ha un successore (o più successori), dimostrando così che il lignaggio è prospero.
  2. L’insegnante sta seduto in un posto d’onore, come qualcuno da venerare, e gli studenti apprendisti si inginocchiano davanti all’insegnante, ascoltando la presentazione fatta dal maestro della cerimonia.
  3. Gli studenti apprendisti sollevano sopra la testa degli “attesati” pre-preparati, presentandosi all’insegnante. Ponendo entrambe le mani sopra la testa eseguono tre inchini (qui vi è un palese richiamo di origine religiosa buddhista).
  4. Gli studenti apprendisti consegnano una tazza di tè pre-preparata all’insegnante, chiamato “Chang Kou Cha”, per dire che d’ora in poi saranno chiamati “Maestri”.
  5. Gli studenti apprendisti consegnano delle buste rosse all’insegnante con dentro del denaro (non c’è limite all’importo, “più ne mettono e più fortuna avranno”). L’insegnante a sua volta fa dei doni agli studenti apprendisti, come per esempio libri (in passato erano i manuali manoscritti della scuola), attrezzi per gli esercizi, ecc. Inoltre l’insegnante incoraggia gli studenti con le parole.
  6. Vengono scattate alcune foto di ogni studente con l’insegnante (solitamente durante l’inchino – passaggio 3 – o stando in piedi dietro l’insegnante. Poi vengono anche scattate alcune foto di gruppo.
  7. Si fa un banchetto in nome del Maestro.

Una volta che la cerimonia si è conclusa gli allievi sono stati di fatto investiti con la carica di insegnanti e dovranno seguire le regole delle arti marziali di “un giorno come insegnante e una vita come padre”. Gli insegnanti dovrebbero, da ora in poi, trattare i loro allievi come i propri figli, insegnando con cura le abilità. Gli studenti dovrebbero rispettare e servire l’insegnante come il proprio padre e chiamare la moglie dell’insegnante “madre”; rispettare l’insegnante nei momenti ordinari e prendere l’iniziativa quando l’insegnante ha bisogno di aiuto a casa. Inoltre gli studenti dovrebbero portare regali all’insegnante in occasione di ogni festa tradizionale.
Ogni qual volta i discepoli raggiungeranno dei risultati, dovranno riferirlo all’insegnante e fargli dei doni per mostrare che non hanno dimenticato il rispetto per il loro Shifu.

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