livelli del taijiquan

Molte persone sono convinte che il vero Taijiquan si trovi nascosto all’interno di qualche stile o lignaggio. Questa è una banale falsità. Il vero Taijiquan si trova nelle persone che hanno studiato attraverso i veri principi, indipendentemente dallo stile che praticano: Yang, Chen, Wu, ecc.
Se i principi studiati sono quelli descritti nei Classici, allora si può parlare di Taijiquan, viceversa si è nel mondo della credenza e dell’illusione personale.

In questo scenario possono essere definiti 5 ipotetici livelli di comprensione del Taijiquan.

NOTA – Ricorda che una scala per livelli è come una linea dritta utile a comprendere determinate cose. Ambire al “massimo” livello di qualcosa è un obiettivo utile a progredire nel percorso della trasformazione personale ma, allo stesso tempo, bisogna godere del percorso, dato che non esiste un vero punto di arrivo all’interno del percorso trasformativo. Ogni trasformazione è come una sequenza di cerchi concatenati che formano una spirale.

Livello 1.

FALSI PRATICANTI

In questo livello troviamo, nella maggior parte dei casi, tutte quelle persone che praticano il finto Taijiquan, ovvero persone che praticano una ginnastica esterna con le movenze del Taijiquan o un’arte marziale che imita il Taijiquan esternamente ma non ne contiene i principi originali. Molti di questi praticanti non hanno alcuna colpa, semplicemente gli sono state insegnate cose sbagliate e gli è stata indicata una direzione errata.
A questo livello il problema principale è legato al fatto che quando le persone sviluppano determinate abilità, difficilmente accettano il fatto di avere praticato per anni qualcosa di “finto”. Se è 20 anni che pratichi qualcosa che chiami Taijiquan accetterai difficilmente il fatto che in realtà stai praticando qualcosa che è tutto fuorché Taijiquan. La mente è pre-programmata per rifiutare determinate verità, ovvero quelle che generano sofferenza. Si tratta di un sistema di difesa mentale utile a non alimentare frustrazioni. Di solito in questi casi le persone sviluppano l’atteggiamento opposto, quello presuntuoso, permaloso e superbo. Pochissime persone sono capaci di mettere in discussione quello sul quale hanno investito per anni. Ergo sono poche le persone capaci di trasformarsi, di vivere il presente e di abbandonare il mondo delle falsità del proprio ego.
Rimanendo nel contesto marziale quello che bisognerebbe capire, di questo ipotetico “livello 1”, è che non si sta parlando di abilità combattive, ma di essere “combattenti” Taijiquan, ovvero persone che adoperano i principi corretti di quest’arte. Si può essere il lottatore più forte del mondo, uno di quelli “imbattibili”, ma se questa presunta imbattibilità si basa su abilità che non hanno a che fare con il Taijiquan, non si può dire di fare Taijiquan. Non basta imitare o enfatizzare i movimenti esternati del Taijiquan per dire che lo si sta praticando. Non è raro osservare praticanti che si esercitano da decine di anni – in quello che ritengono essere il Taijiquan – senza avere sviluppato una sola vera abilità del Taijiquan. Questi praticanti in genere hanno sviluppato abilità che dicono di essere del Taijiquan ma che con l’arte originale hanno poco a che fare.

In questo livello troviamo anche le persone che hanno iniziato a praticare il Taijiquan da poco tempo e che quindi  ancora non ne hanno compreso i principi.

Livello 2.

VERI PRATICANTI

In questo livello troviamo le persone che stanno studiando i veri principi del Taijiquan o che hanno ricevuto i veri insegnamenti e che quindi sanno cosa devono praticare e qual è la direzione corretta. In questo caso si è in presenza di praticanti che riescono a fare, mentre studiano, molte cose corrette durante l’esecuzione della forma ma che ancora sbagliano durante il tuishou (“mani che premono”) collaborativo. In questa fase di studio il tuishou dovrebbe essere eseguito solo in modo collaborativo, attraverso un aiuto reciproco. Mentre, durante l’esecuzione della forma, bisognerebbe tenere una concentrazione estremamente alta sui principi corretti.

Livello 3.

PRATICANTI / INSEGNANTI

In questo livello troviamo i praticanti che sanno cosa fare e quindi studiano la forma senza fare errori. Questo significa che i praticanti studiano la forma senza commettere errori ma ancora non sono in grado di praticarla senza tenere presenti nella mente i principi. Per quanto riguarda il tuishou, i praticanti di questo livello sono in grado di fare le cose corrette durante lo studio del tuishou collaborativo ma sbagliano facilmente, tornando ad avere una risposta istintiva, se il tuishou diventa una dimensione “competitiva” o combattiva.

Livello 4.

GUIDE

In questo livello troviamo coloro che non hanno più bisogno di studiare i principi dentro la forma, questo perchè hanno già riprogrammato il loro essere da umano a Taiji. Queste persone quindi praticano la forma nel modo corretto senza bisogno di dover pensare ai principi. In questo caso durante il tuishou si fanno le cose corrette indipendentemente che la pratica sia collaborativa o competitiva. Nonostante ciò, a questo livello non sono state riprogrammate del tutto le emozioni, quindi durante uno scontro più realistico può ancora emergere il retaggio passato (istintivo/naturale) che porta il praticante ad avere nuovamente una risposta errata (nel contesto del Taijiquan).

Livello 5.

MAESTRI

Questo livello è l’olimpo dell’arte in questione. La trasformazione da umano a Taiji è completa, indipendentemente dalla situazione che si presenta (mentale o corporea che sia) ogni risposta sarà guidata dal principio Taiji in modo naturale. Di umano non si ha più nulla, si è Taiji. NOn significa essere invincibili, significa fare le cose corrette del Taijiquan, perhcè la pripria nuova natura è quella del Taiji e non più quella della scimmia.
Da questo punto in poi la ricerca è legata al ritorno al Wuji e di certo la marzialità è un ricordo lontano, un basso livello dal quale si è solo partiti.

© Valerio Bellone

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Valerio Bellone

Valerio Bellone studia e fa continua ricerca sul Taichi Chuan, il Qi Gong e la Meditazione. È autore del primo e unico saggio mai scritto in italiano sui primi tre Classici del Taijiquan cinesi.
Il suo percorso inizia con il wushu moderno e successivamente si sposta alla fonte della tradizione del Taiqjiuan studiando inizialmente lo stile di Cheng Man Ching e successivamente lo stile madre originale della famiglia Yang.
Tiene regolarmente corsi di Taichi, Qi Gong e Meditazione nella città di Palermo e scrive articoli di divulgazione su queste materie.