8 energie del taichi

Spiegare in forma scritta gli 8 Jin basilari del Taijiquan, detti anche “forze”, “energie” o “qualità” (puoi leggere anche: Le 5 qualità del Taijiquan) e note a molti come 8 cancelli (bamen 八门) o anche otto metodi (bafa 八法), associati agli 8 trigrammi, non è cosa semplice.

Essendo il Taijiquan un’arte marziale interna, il rischio spesso è che i concetti vengano banalizzati e trasformati in meri esercizi corporei esterni meccanici, oppure, al contrario, che il tutto venga trasformato in un misticismo incomprensibile.
Inoltre, come fare a descrivere con parole qualcosa che, nell’ambito del Taijiquan, va incarnato? Pare evidente che spiegare gli 8 cancelli a parole è un’impresa assai difficile. In realtà quello che di utile si può fare – regola che vale per tutta la teoria del Taijiquan – è spiegare a cosa sono associate queste forze e su quali principi (anche filosofici), di conseguenza, dovrebbero essere basate, al fine di comprenderle e allenarle.
In ogni caso per avere una migliore sensazione corporea, è cosa buona rivolgersi a un Maestro in grado di fare sentire questi 8 Jin attraverso il contatto corporeo.

Se all’inizio della pratica può avere senso che un principiante impari a conoscere esclusivamente il proprio corpo esterno, attraverso un lavoro posturale, con il passare del tempo sarà comunque fondamentale avvicinarsi alla conoscenza delle forze/energie più complesse, ivi comprese le energie base del Taijiquan, ovvero gli 8 cancelli.

Anche se non sei interessato alle applicazioni e implicazioni marziali avanzate del Taijiquan, dovresti comunque studiare gli 8 cancelli, difatti sono molteplici gli effetti che queste energie hanno sulla tua vita quotidiana, una volta comprese. E, soprattutto, sono la prima porta di accesso ai processi pratici del concetto filosofico Taiji (l’alternanza dello yin e yang).

Al fine di compredere i principi del Taijiquan, bisogna necessariamente studiare le energie di base. Queste, nel tempo, possono migliorare l’intuizione e aumentare la saggezza nel corso della vita, aiutando il praticante ad affrontare (non contrastare) meglio ogni situazione quotidiana.

Gli 8 cancelli

Ogni shi, “sequenza di movimenti da postura a postura”, del Taijiquan nasconde uno o più Jin degli 8 primari detti cancelli. È così che il Taijiquan è stato originariamente costruito, come anche affermato gli originali Classici del Taijiquan.

Ognuno degli 8 cancelli sfrutta un particolare tipo di “energia” (forza). Ognuna di queste forze ha diversi livelli di yin e yang. Ad esempio, il cancello di Zhou è notevolmente yang ed è palesemente “aggressivo”. Il cancello Lu al contrario è molto elusivo, quindi è più yin.
Sebbene siano soprannominati “cancelli”, sono più simili a schemi di movimento utili a raggiungere un particolare obiettivo, attraverso il lavoro con Yi (l’intenzione) e il movimento del Qi.
Alcuni degli 8 cancelli fanno avanzare, mentre altri fanno ritirare. Alcuni sono improvvisi e (apparentemente) appaiono dal nulla, mentre altri sono più deliberati. Alcuni sono applicati da una distanza più lunga e altri, come Kao, si applicano da distanza ravvicinata. Alcuni sono di controllo e altri di emissione.

Ognuno degli 8 cancelli è abbinato a uno degli 8 trigrammi dell’Yijing (o I-Ching, lo puoi acquistare qui), il noto “Libro dei mutamenti”, che la leggenda narrà essere stato completato, per come lo conosciamo oggi, da Kongzi (noto a tutti come Confucio) tra il 551 e il 479 a.C.
Mito a parte, gli 8 trigrammi o Bagua (il principio, non l’arte marziale chiamata Bagua), dei quali si trova spiegazione più avanti, si dice che siano stati inventati da Fu Xi, che visse tra il 4.000 e il 5.000 a.C.
Questi simboli formano la geometria che è, tra le altre cose, il cuore delle filosofie daoista e confuciana. I trigrammi sono composti ciascuno da tre livelli di linee. Le linee sono continue o tratteggiate (spezzate in due). Lo Yang è tradizionalmente simboleggiato da una linea continua e lo Yin da una linea tratteggiata…

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Written by

Valerio Bellone

Valerio Bellone studia e fa continua ricerca sul Taichi Chuan, il Qi Gong e la Meditazione. È autore del primo e unico saggio mai scritto in italiano sui primi tre Classici del Taijiquan cinesi.
Il suo percorso inizia con il wushu moderno e successivamente si sposta alla fonte della tradizione del Taiqjiuan studiando inizialmente lo stile di Cheng Man Ching e successivamente lo stile madre originale della famiglia Yang.
Tiene regolarmente corsi di Taichi, Qi Gong e Meditazione nella città di Palermo e scrive articoli di divulgazione su queste materie.